Fra i tanti effetti della crisi economica mondiale quello che preoccupa di più la gente comune è sicuramente il brusco calo dell’occupazione. E negli Stati Uniti ha creato una nuova tendenza: la corsa all’arruolamento. Molti giovani americani, infatti, intimoriti dalla recessione, sono attirati dallo stipendio stabile, dai benefits e dall’addestramento della professione militare. Lo scorso anno, per la prima volta dal 2004, in cui c’è stata una recrudescenza delle violenze in Iraq, gli obbiettivi di reclutamento del Pentagono sono stati raggiunti o addirittura superati. E la tendenza sembra essere in accelerazione. L’esercito americano, nell’ultimo trimestre del 2008, ha superato il tetto prefissato accogliendo oltre 21mila nuovi soldati in servizio attivo e nella riserva. “Quando l’economia ristagna e cresce la disoccupazione, reclutare è più facile” ha dichiarato al New York Times Curtis Gilroy, direttore delle politiche di arruolamento del ministero della Difesa. Ma la crisi economica da sola non basta a spiegare la crescita delle domande di arruolamento. Il calo delle violenze in Iraq “ha avuto un effetto positivo”, ha affermato Gilroy. Tra gli elementi che spingono i giovani americani a indossare la divisa ci sono anche i benefit relativi all’istruzione.
Chi trascorre almeno tre anni sotto le armi avrà poi il diritto di studiare in qualsiasi college pubblico a spese del governo oppure, con gli stessi soldi, pagare un’università privata. Che cosa dicono i giovani, quando si presentano agli uffici di reclutamento? “Non c’è lavoro, nessuno assume e, se qualcuno lo fa, le ore di lavoro non sono sufficienti per mantenerti”.RiP.
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