C’è l’Italia, gli operai vogliono la tv sul tetto

PROTESTA I lavoratori: «Non scenderemo prima del prossimo incontro con la proprietà»

Il ragionamento non fa una piega: c’è la partita Georgia-Italia per la qualificazione dei Mondiali 2010 e c’è bisogno di un televisore. Sul tetto ovviamente. Eccolo il gruppo dei sei operai della Esab che da martedì pomeriggio stanno presidiano l’azienda contro l’annuncio dello stato di mobilità, abbandonare per un paio d’ore le bandiere e gli striscioni della battaglia e abbandonarsi davanti al piccolo schermo. Appena l’hanno saputo, i compagni che stazionano da giorni davanti ai cancelli della fabbrica, si sono subito attivati per soddisfare i loro desideri, installando apparecchio e antenna sul tetto della protesta. «Non ci muoveremo da qui prima del prossimo incontro con l’azienda», promettono i compagni e non prima di aver ricevuto garanzie per il loro futuro e per quello della fabbrica. Dopo la notte di venerdì passata al freddo e al vento, al riparo di qualche sacco a pelo e coperte, quella di ieri sarà stata sicuramente più piacevole. «Non ci spaventa il maltempo» fanno sapere i lavoratori che l’altro giorno al termine della riunione con la controparte, hanno «assediato» il dirigente per alcuni minuti. Scelta per altro difesa dal segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero che oggi incontrerà i lavoratori.

Che per quanto vedano con interesse la mediazione con il prefetto Gian Valerio Lombardi, non sono disposti ad accettare il suo aut-aut: giù dal tetto oppure nessuna trattativa. «Da qui non scendiamo finché non ci saranno delle svolte concrete». Figuriamo ora che c’è pure la televisione...

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