«C’è un piano francese per rivedere Schengen» Ma l’Eliseo nega tutto

Si prevede un menù corposo ma «digeribile» al vertice bilaterale italo-francese di Roma il prossimo martedì, che vedrà presenti per l’Italia il premier Silvio Berlusconi con i ministri Frattini, Maroni e Tremonti e per la Francia il presidente Nicolas Sarkozy con il premier Fillon e i ministri Juppé, Gueant e Lagarde. Crisi libica e querelle sull’immigrazione dal Maghreb sono sul tappeto insieme alle note incomprensioni in ambito economico-finanziario, in un clima di divergenze sempre presenti ma che ci si sforza di smussare. Oltre a confrontarsi sul tema dello scongelamento a favore dei ribelli dei beni libici bloccati all’estero, Parigi avrebbe intenzione di discutere il suo progetto di rendere più facile la sospensione temporanea del trattato di Schengen, che lo stesso trattato attualmente prevede solo in circostanze eccezionali. Ma poi, in serata, un precipitoso dietrofront.
«Dopo le notizie apparse su alcuni media, la Francia ci ha contattato per dirci di non avere alcuna intenzione di reintrodurre i controlli con l’Italia nè di sospendere Schengen». È quanto ha chiarito il portavoce della commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, secondo cui «si è trattato di un malinteso». «Quello che i francesi hanno detto - ha spiegato Michele Cercone - è che al vertice del 26 aprile vogliono discutere con l’Italia il punto più generale della revisione della governance di Schengen», uno dei punti della comunicazione che la Commissione europea presenterà il prossimo 4 maggio. I francesi, ha ripetuto il portavoce, vogliono avviare «un dibattito generale e non hanno alcuna intenzione di reintrodurre i controlli alle frontiere».
La questione di Schengen è ovviamente connessa con il flusso straordinario di immigrazione dal Nord Africa, che in queste settimane ha portato le relazioni tra Parigi e Roma a un punto di tensione inusitato, ponendo le premesse anche per una crisi più generale a livello europeo. L’idea che Sarkozy vorrebbe sottoporre a Berlusconi è quella di una sospensione dell’accordo sulla libera circolazione «in caso di defaillance sistematiche» - come nel caso dell’attuale ondata dalla Tunisia -, sospensione da mantenere in vigore «fino alla soluzione del problema». Gli strumenti proposti da Parigi verrebbero almeno in parte incontro alle richieste italiane: l’Agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere dovrebbe venire rafforzata, e sarebbe previsto anche un «meccanismo di salvaguardia». Ovvero, «nel caso in cui una frontiera esterna non riesca più a tenere, questa venga rinforzata oppure si ristabiliscano in maniera puntuale dei controlli alle frontiere».


Martedì a Roma ci si concentrerà prevedibilmente anche sui dettagli della questione immigrazione, ancora aperta tra Italia e Francia. Anche se dopo la crisi di Ventimiglia, come fanno notare dal Viminale, le tensioni «si sono molto stemperate». Ma il tema resta caldo e non sono pochi i punti ancora da definire.

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