La convinzione di Vartan Sirmakes, amministratore delegato del Gruppo Franck Muller, è che la vera sfida dellAlta Orologeria, per il futuro sia la meccanica complessa, ossia la capacità di creare, allinterno di pochi centimetri cubici, uno straordinario insieme di dispositivi e sistemi che interagiscano con una precisione assoluta.
Così, negli scorsi anni, hanno visto la luce i progetti Revolution ed Evolution, fino ad arrivare, nel 2007, alla presentazione della collezione Aeternitas Mega, costituita da quattro versioni e impressionante nella sua punta di diamante, il Mega IV: Tourbillon, Grande/Piccola Suoneria e Ripetizione Minuti con Carillon Westminster, Cronografo Sdoppiante, Calendario Perpetuo Secolare con data retrograda al 12, giorni, mesi, 24 ore, ciclo bisestile normale, indicazione degli anni secolari, Fasi di Luna, Equazione del Tempo, due Fusi Orari supplementari, per un totale di oltre 1.400 componenti.
Non ci dobbiamo sorprendere più di tanto, poi, visto che Franck Muller stesso, allinizio della sua carriera da «solista», allinizio degli anni 90, si distinse per una sequenza spettacolare di World Première.
Ormai i brevetti sulle grandi complicazioni si contano a decine e sono sette i siti produttivi in Svizzera di un brand, ormai divenuto Gruppo (annovera, tra gli altri i marchi Pierre Kunz, Rodolphe, Backes & Strauss e Pierre Michel Golay).
E proprio il direttore tecnico di Franck Muller, Pierre Michel Golay ha dato un notevolissimo impulso nella direzione indicata, un vero e proprio mago della miniaturizzazione meccanica.
Tanto che lo scorso 27 gennaio, durante il primo appuntamento annuale della World Presentation of Haute Horlogerie, a Ginevra, è stato presentato lennesimo masterpiece, sulla complicazione che definisce maggiormente il savoir faire della Maison, il tourbillon.
Si tratta del Giga Tourbillon, identificato dalla gabbia più grande mai impiegata in un orologio da polso, con i suoi 20 mm di diametro (in genere misurano dai 10 ai 12 mm), nellambito di un movimento manuale da 41,4 mm x 34,4 mm. Una simile scelta ha imposto una soluzione altrettanto sovradimensionata in riferimento alla fonte di energia, nellottica di garantire al movimento una riserva di carica pari a 10 giorni: in tal senso, sono stati previsti 4 bariletti dal diametro di 16 mm (normalmente non superano i 12 mm) disposti in parallelo su due coppie e collegati in serie. Ulteriore peculiarità del meccanismo è lo spostamento dei ponti dalla parte del quadrante e il posizionamento del dispositivo di ricarica e regolazione dellora, sul retro; il tutto per rendere dassoluto effetto il movimento allopera, specificamente nelle versioni squelette.
La cassa in oro bianco, 43,7x59,2x14 mm, naturale o trattata Pvd nero o, ancora nella variante gioiello (9,68 carati), «contiene» 240 componenti meccaniche, e lora (i piccoli secondi sullasse della gabbia sono opzionabili) è indicata mediante sfere Poires Stuart su numeri arabi serigrafati su vetro zaffiro.
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