
E figurarsi se non c'era subito la reazione. A insorgere contro le parole di Michele Morrone sull'intellighenzia radical chic del cinema italiano ci ha pensato Victoria Cabello che non pare avere un lungo curriculum da attrice ma che sull'attore scolpisce un giudizio critico senza attenuanti. «Secondo me è un cane». Tiè, Morrone, beccati questa e impara a tacere.
Dunque l'altro giorno Michele Morrone, dopo aver esagerato con l'ego a Belve con Francesca Fagnani, è andato giù duro su Instagram contro il «circolino» del cinema italiano che pullula di attori «che fanno i finti inclusivi democratici, sinistroidi che dopo aver preso un ca**o di David si sentono Dei scesi in terra». Di più. «Non mi sento parte di un cinema, quello italiano, che se la canta e se la suona da solo, pieno zeppo di pregiudizi nei confronti dei diversi, che se non hai studiato alla Silvio D'Amico o al Centro Sperimentale non sei nessuno, se non usi le scarpe Clark e non dai l'idea di essere trasandato, non sei un vero attore. Avete rotto il ca**o!», aveva scritto l'attore che è su Prime Video con il film Un altro piccolo favore con Blake Lively e Anna Kendrick.
Il post è stato rimosso poche ore dopo, con tanto di scuse. Ma è stato comunque sufficiente a scatenare la reazione tipica di un certo tipo di «circolino» che può dire tutto ma gli altri no. Insomma, la reazione di quelli che hanno libertà di indignarsi, giudicare, attaccare ma negano che possa farlo chi la pensa diversamente. E così, appena possibile, Victoria Cabello non si è lasciata sfuggire l'occasione, ci mancherebbe. Alla Cattolica di Milano ha chiesto a Roberto Bolle se fosse vero che lui nella vita, se non avesse danzato, avrebbe fatto l'attore. Bolle ha abbozzato, lei ha incalzato chiedendo se sarebbe diventato più bravo di quell'attore, sì quello, come si chiama... Qui si è visto l'istinto di attrice perché si è rivolta al pubblico fingendo di non ricordare il nome di Morrone, Bolle le è corso in aiuto e lei ha commentato che «secondo me è un cane».
Risatine.
Insomma, tutta la gag girava intorno a un unico obiettivo: criticare Michele Morrone che, dai, non brillerà per modestia (si è definito il miglior attore italiano dopo Alessandro Borghi), non sarà simpaticissimo ma, in fondo, ha espresso un pensiero diffuso e condiviso, ossia che gran parte degli attori italiani più in voga sono accomunati, diciamo così, da un medesimo sentire politico ampiamente e vantaggiosamente espresso alla bisogna. Nulla di irregolare, per carità. Ma come è lecito far parte di un «circolino» politicamente orientato, è altrettanto lecito criticarlo.
Invece no.
Se non si fosse permesso di esprimere la
propria critica, mai e poi mai a Victoria Cabello sarebbe venuto in mente anche solo lontanamente di nominare Morrone. Ma lui si è «permesso l'impermissibile»: ossia criticare gli incriticabili. Quindi è un cane.Zitto e cuccia.
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