Una cabina di regia contro l’usura

Dopo Napoli e Palermo anche Roma potrebbe avere un comitato coordinato dal prefetto contro l’usura, dove associazioni di volontariato e banche si confrontano sulle strategie di contrasto ad un fenomeno sempre più diffuso, e su casi concreti di posizioni debitorie a rischio e particolarmente rilevanti. Ad annunciarlo è stato il sindaco Gianni Alemanno che, nel corso di una conferenza in Campidoglio sull’attività degli sportelli anti-usura comunali, ha così accolto una proposta di Tano Grasso, presidente della Federazione associazioni antiracket e antiusura (Fai). «Questa cabina di regia in prefettura - ha affermato - è una cosa che dobbiamo assolutamente fare: un osservatorio per guidare le scelte e le strategie contro il fenomeno dell’usura».
La conferenza, cui ha partecipato anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, è stata l’occasione per presentare i dati relativi ai cinque sportelli antiusura coordinati dalla Rete Agisa (Cinecittà, Ostia, Centocelle, Quartaccio e Centro) cui si aggiungono ora quelli di Boccea e Prati. Dal 2006 al 2009 il numero di «ascolti», ovvero di persone che si sono rivolti agli sportelli, è aumentato del 111,5 per cento (da 365 a 772), a fronte di un aumento dei volontari del 52,77 per cento. Sempre più vittime trovano quindi il coraggio di chiedere aiuto psicologico e legale, anche se nell’85 per cento di casi si tratta di soggetti fortemente indebitati, per i quali va svolta un’attività di prevenzione. Solo il 15 per cento ha effettivamente subito usura e, di questi, meno del 10 per cento arriva a denunciare i propri aguzzini. «Gli sportelli - ha sottolineato Alemanno - possono rappresentare un cordone di sicurezza contro il radicamento della criminalità organizzata, che spesso utilizzano usura e racket per creare insediamenti stabili». «Negli ultimi anni dal nostro osservatorio e dai riscontri dell’attività giudiziaria è emersa la crescita di reati di usura a Roma che hanno una connotazione mafiosa», ha detto Grasso. Il presidente della Fai ha spiegato poi che si tratta di «un fenomeno storicamente molto diffuso a Roma»: «Già negli anni ’90 dicevo che se Palermo era la capitale del racket, Roma era quella dell’usura. Fenomeno che oggi però si fa più preoccupante perchè non è solo opera dei soliti “cravattari” di periferia, ma di soggetti legati alla criminalità mafiosa o camorristica. La minaccia alla convivenza civile è maggiore - ha aggiunto - perchè l’obiettivo è anche quello di impadronirsi di aziende, in crisi ma pulite, per riciclare denaro sporco».

In particolare sul litorale, a Ostia, «abbiamo i primi segnali di una presenza non solo volta al riciclaggio - ha concluso Grasso - ma a un radicamento nel territorio che può sviluppare insediamenti stabili di tipo mafioso».
L’idea di istituire una «cabina di regia anti-usura» non piace al segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli: «È la solita iniziativa di facciata utile solo per fare un po’ di pubblicità».

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