Cabine in metallo e uffici aperti Il voto a Milano costa 7 milioni

Ricordate la «gabina», quella evocata nei suoi sermoni elettorali dal senatùr Umberto Bossi? Quella tutta di legno chiaro e con un profumo particolare che fa tanto giorno di elezioni? Con i numeri uno due e tre scritti col pennarello e la lampadina che penzola dentro? Dimenticatela. Non c’è più. Non la ritroverete il 13 e 14 aprile quando sarete nuovamente chiamati votare. Sparita, sostituita da un nuovo modello in metallo. Più anonimo, ma assicurano molto più sicuro. O almeno a norma con il Piano di sicurezza delle scuole seguendo il quale non si può modificare il carico anti-incendio. Nemmeno per i pochi giorni della tornata elettorale. Sarà ma, almeno a memoria, non sembra di ricordare tragici incendi scoppiati per colpa di una cabina. Comunque la legge c’è, i seggi sono tutti da rifare e Milano si adegua diligentemente. Probabilmente per prima.
Il Comune, intanto, ha approvato la delibera che prevede per le prossime elezioni, qui solo politiche, una spesa di 7 milioni e 705mila euro. Come a dire che rivotare, dopo appena due anni, costerà ben oltre 14 miliardi delle vecchie lire. Già pronta la macchina di Palazzo Marino che per quest’anno riserva qualche buona notizia. «Per la prima volta - anticipa l’assessore ai Servizi civici Stefano Pillitteri - tutte le sedi anagrafiche rimarranno aperte anche nei giorni delle elezioni per effettuare operazioni legate al voto. Anche i dati elettorali verranno trasmessi via computer e non più trasportati fisicamente dai motociclisti». Come dire che chi dovrà chiedere il certificato elettorale perso non dovrà fare la coda alla sede centrale dell’anagrafe in via Larga, ma potrà rivolgersi agli uffici vicino a casa. Più rapida sarà anche la trasmissione elettronica dei dati. Che, almeno per Milano, potranno essere messi a disposizione in tempi molto più brevi del solito. Da affrontare, adesso, l’allestimento dei ben 1.200 seggi di competenza del Comune di Milano e la grana di presidenti e scrutatori.

«Siamo pronti affrontare defezioni fino al 30 per cento», assicura il direttore centrale dell’assessorato Antongiulio Bua. Che racconta anche come nei prossimi giorni saranno inviati ben 85mila talloncini agli elettori che dovranno votare in una sede diversa rispetto all’ultima volta.

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