Cronaca locale

Caccia ai killer di via Messina: sul web spunta la pista-gelosia

Viaggiano sul web i giovani della comunità cinese di Milano. E parlano, discutono, si scambiano opinioni, informazioni, stati d’animo. In questi giorni la loro voce si è fatta sentire anche sul duplice omicidio di via Messina. Sul sito www.associna.it i ragazzi condannano il fattaccio e sono convinti che gli assassini di Zheng Hui e Wei Zhou siano cinesi di Prato che si erano già picchiati con le vittime, una settimana fa, in una discoteca di Cinisello, a causa di una ragazza. Tuttavia la discoteca in questione in quel periodo risultava essere già stata chiusa. «La sto vendendo - racconta il titolare -. E, comunque, l’unica volta che abbiamo avuto clientela cinese è stato alla fine di marzo, durante una festa». Che quel fatto possa essere collegato davvero all’omicidio? I carabinieri del nucleo operativo, che conducono le indagini, lo smentiscono. Ma vediamo intanto i messaggi apparsi sul sito.
«(...) Io conosco uno dei due morti - scrive FeDeRiCa 1986, classificatasi come «straniero» -. Mi hanno detto che erano in 4 persone di Prato. Hanno sparato in testa a un mio amico di 20 anni e sul corpo di un altro di 19 anni. Il 20enne è il capo della discoteca “Vertigo” di Cinisello. Perché gli hanno sparato? Perché qualche giorno prima loro avevano picchiato quelli di Prato in discoteca. Mi dispiace tanto».
«Uno dei ragazzi morti è il figlio del proprietario di un ristorante giapponese in via Padova a Milano, quello vicino al “Jubin II”. Loro al pomeriggio erano ancora aperti, credevano che il figlio fosse andato in giro... Che tempi mamma mia... Si dice che il figlio fosse un tipo violento... infatti si era già picchiato in discoteca con un mio amico - racconta Lewvin, straniero integrato -. (...) I motivi principali di tutto sono sempre per qualche ragazza».
«Eh già, il ristorante si chiama Tokyo» gli risponde Zhenx. Che aggiunge: «Poveri i genitori!»
«È colpa della nostra c...o di omertà che li facciamo agire indisturbati compiendo omicidi, rapine e violenze - sostiene Giorno, clandestino -. E se si pensa che quasi tutti i teppisti sono dei giovanissimi fa sentire rabbia. Noi lavoriamo come cani mattina e sera e questi scansafatiche di m...a vengono a rapinarci minacciandoci con pistole e coltelli (...)».
«Ciò che mi spaventa - sottolinea un tizio che si firma ShaoYan, straniero integrato - è che 20 anni fa era tanto se si picchiavano quelli della nostra comunità, poi hanno iniziato con armi bianche come pugnali, coltelli e bastoni e infine le pistole (...)».
«Se queste sono le nuove generazioni di cinesi allora gli italiani faranno bene a prenderci a calci nel c..o.

Ma io penso sempre che la maggior parte di noi sia gente onesta» conclude Giorno.

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