Cultura e Spettacoli

Caccia all’ospite, da Benigni in giù

Caccia all’ospite, da Benigni in giù

Roma «È caduto il governo». Gelo improvviso in sala. Duecento giornalisti guardano Fiorello. E Fiorello mostra il cellulare (come a dire: l’ho letto qui). Tre secondi di stupore e: «Ci siete cascati, eh?». Conferenza stampa con tormentone. La gag punteggia tutta la presentazione del nuovo spettacolo che, dal prossimo lunedì su Raiuno, dopo sette anni d’assenza, riporta in Rai lo showman più popolare d’Italia. «Ma se il governo cade davvero, lo show me lo fate fare lo stesso? E il direttore di Raiuno Mazza resta lo stesso? Dite che ha già il trolley pronto qua fuori? No, perché ricordo che quando iniziai VivaRadio2 minuti cadde Prodi. Non vorrei si pensasse che porto sfiga».
Che lo stesso capiti a Berlusconi, o meno, Fiorello promette: «Non parlerò di politica. Ma della crisi sì, per forza. Dovrò trovarne un lato divertente - ammesso che esista - perché se no la gente pensa: adesso nemmeno lui ci fa più ridere». E come saranno le quattro puntate de Il più grande spettacolo dopo il week end (allusione all’insolito lunedì della messa in onda)? «Uno spettacolone tradizionale: in molti ancora vogliono le grandi scenografie, i grandi balletti. Quindi saremo al teatro 5 di Cinecittà, davanti a 1600 persone. E poi il varietà in epoca di boom economico non tira, vanno tutti al ristorante; mentre in crisi economica, e al lunedì quando non esce nessuno, è perfetto». Nuove canzoni, dunque, nuovi personaggi («nati nelle 1600 serate dal vivo fatte in questi sette anni») e ospiti a go-gò: «Quelli canonici - Giorgia con quattro sigle di chiusura, Laura Pausini (probabilmente) nella prima puntata, Coldplay, Michael Bublè, Tony Bennet, il tennista Novak Djokovic; Lady Gaga no, perché aveva un appuntamento dal podologo, e quelli inconsapevoli, come Federica Sciarelli quando le feci improvvisare un appello stile Chi l’ha visto? su Veltroni». Salta invece la presenza più attesa, quella di Roberto Benigni: «Doveva venire alla seconda puntata, ma s’è rotto un dito del piede. E uno come lui, che già del suo ingresso fa uno show, che arriva col piede ingessato, non sarebbe il caso. Si farà vivo alla quarta». Ansia di prestazione, dopo sette anni d’assenza? «Quella l’ho avuta sempre. Ma nel frattempo mi sono rinforzato: ora frequento i social network, dove la gente non te le manda a dire, mica come quelli che ti fermano per strada solo per farti i complimenti. Così, anche se dovesse andar male, io sarò già corazzato». Un solo dubbio: «Ho cambiato anche il mo modo d’esprimermi. Insomma: negli show dal vivo sono molto più spregiudicato.

Ma le parolacce, in prima serata su Raiuno, si possono dire davvero?».

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