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Caccia anche all’estero per i killer maghrebini di Roma

RomaHanno i loro nomi, le loro impronte, il loro dna, conoscono i loro volti e le loro abitudini, ma non li hanno ancora presi. «Il quadro probatorio è completo», dicono i magistrati. Ma le manette, per ora, non sono servite. Il decreto di fermo per i due balordi che la sera del 4 gennaio, a Torpignattara, a Roma, hanno ucciso il commerciante cinese Zhou Zeng e la figlia Joy di nove mesi per rubargli la borsa piena di soldi, però, quello è pronto sul tavolo del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.
Dentro ci sono i nomi di due maghrebini di trent’anni che ora sono ricercati in Italia e all’estero. Una caccia all’uomo senza precedenti per arrivare alla soluzione di un caso che, sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri Maurizio Mazzevilla, «mette in gioco la credibilità del nostro Paese nei rapporti con la Cina». La cattura dei killer doveva essere una questione di ore, i tempi invece si stanno allungando. E ora gli investigatori temono che le fughe di notizie degli ultimi giorni «possano aver compromesso irrimediabilmente le indagini». Nel pomeriggio di ieri è stata anche convocata una conferenza stampa in Procura. Non per annunciare gli arresti, come si credeva, ma solo il provvedimento di fermo che permetterà le ricerche dei due (non tre come si era creduto in un primo momento) anche all’estero. Sembrano non esserci più dubbi sul fatto che si sia trattato di una rapina degenerata a causa dell’imprevista reazione di Zhou e di sua moglie Liyan, che non hanno subito lasciato la borsa con i 16mila euro frutto della loro attività di money transfer ma hanno provato ad opporre resistenza nonostante la presenza della piccola. Che è stata raggiunta alla testa da un colpo di pistola calibro 9 poi andatosi a conficcare nello sterno del papà. Gli investigatori continuano a fare terra bruciata intorno ai due extracomunitari tenendo sotto stretto controllo i loro amici, i posti che frequentano nella periferia est di Roma, i connazionali che potrebbero agevolare la loro fuga. Sempre che non siano ancora usciti dai confini nazionali. Uno dei due killer ha precedenti per rapina e ricettazione, le sue impronte sono state trovate sullo scooter utilizzato per scappare e poi lasciato parcheggiato tra due auto sulla Prenestina, sotto gli occhi di una telecamera che ha ripreso i maghrebini mentre si toglievano il casco assicurando agli inquirenti le immagini chiarissime dei loro volti. È stata una soffiata a portare i carabinieri allo scooter e ai caschi che, grazie al loro carico di «informazioni», hanno fatto decollare le indagini.
Ieri il presidente Giorgio Napolitano ha fatto visita in ospedale alla donna cinese che ha perso marito e figlia. «Un crimine orrendo», ha commentato.

Il duplice omicidio comincia ad avere ripercussioni anche sul turismo: alcuni tour operator cinesi starebbero ritardando le partenze per l’Italia, secondo altri tour operator italiani invece gli orientali continueranno ad arrivare ma con meno soldi in tasca.

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