Caccia al kamikaze, azione lampo in 11 minuti

Riconosciuto al check-in della British, la polizia lo insegue ma non spara per non colpire i passeggeri. Dalla terrazza dello scalo, alcuni viaggiatori rimangono senza parole davanti alla scena

Claudio De Carli

La bomba alla MM di Cadorna è già scoppiata, vengono intensificati i controlli in tutta la città. Viale Corsica è pattugliato dalla polizia a mitra spianati, per raggiungere in automobile viale Forlanini e quindi l’aeroporto, si procede a passo d’uomo. Ma il terrorista è già all’interno dello scalo. Lo sorprende un normale controllo mentre è in attesa di imbarcarsi su un volo British nell’area H del check-in, sono le 12,48 e il terrorista fugge. Conosce bene l’aeroporto, evita il corridoio piantonatissimo che porta all’esterno, si dirige invece a un’uscita secondaria che attraverso delle scale gli fa raggiungere la piazzetta davanti agli uffici della Sea. La polizia non può sparare, troppi passeggeri, troppi impiegati.
Fin qui la ricostruzione di quanto accade prima, la simulazione vera inizia in questo momento, quando il terrorista esce allo scoperto e si dirige verso un bus della Sea.
La simulazione prevede la simultaneità di più attacchi in zone diverse della città, costringe le forze dell’ordine a muoversi su più fronti, ma l’ordigno di Cadorna ha messo in allarme anche il reparto speciale dei Gis di Pisa che a bordo di un elicottero stanno raggiungendo l’aeroporto.
È a questo punto che alle vere forze dell’ordine si affiancano le comparse: un autista e due passeggeri a bordo del bus parcheggiato proprio nell’area in cui sbuca il terrorista, la quarta comparsa. È vestito di nero, altezza media, ha un cappello e impugna una pistola nera, punta dritto il bus e sale. Trascorrono pochissimi istanti ma sembrano interminabili minuti, a bordo del bus non si nota nulla di particolare, dal cielo arriva il rumore dell’elicottero dei Gis, eccolo che sorvola la piazzetta mentre da un megafono una voce invita gli ostaggi a rimanere calmi, tutto verrà risolto al più presto, rimanete calmi, ripete la voce.
Scene da una terrazza: «Tutto qui? Capirai, per mettere un pulmino nella piazzetta hanno fermato l’aeroporto per dieci minuti, va beh, torniamo al lavoro». In quel momento scoppia invece il finimondo, l’attacco è frontale, da uno dei palazzi che si affaccia sulla piazzetta vengono lanciati una decina di fumogeni, sono arrivati i Gis. L’azione è spettacolare e molto efficace, il rumore degli ordigni è impressionante, si alza il fumo, aumentano inevitabilmente i battiti cardiaci, al primo scoppio il tipo che si lamentava per lo scarso spettacolo si ritrova spaventato e seduto sul cofano di un’automobile. Tutto accade in pochissimi secondi, entra in azione un secondo gruppo scelto di carabinieri, una dozzina di uomini avanzano mitra in pugno, uno appoggia una scala sul retro del bus, per il terrorista non c’è scampo, siamo all’epilogo. Dai finestrini sbucano le canne delle armi, il terrorista non oppone resistenza, sono le 12,57, neppure dieci minuti dalla sua individuazione all’interno dell’aeroporto.

Viene perquisito ventre a terra mentre autista e passeggeri sono accompagnati illesi in una zona protetta. Alle 12,59 termina anche la bonifica del bus. A Linate, tutto liscio, nessun ferito tantomeno vittime, le forze dell’ordine hanno fatto un buon lavoro.

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