È caccia al sugo «avvelenato»

È caccia a tre confezioni di sugo di radicchio trevigiano e mandorle che fanno parte di un gruppo di sei barattoli che potrebbero essere avvelenati dal botulino. L’allarme è scattato dopo il ricovero di una coppia di quarantenni genovesi che lunedì pomeriggio si sono presentati al pronto soccorso dell’ospedale Galliera accusando stanchezza muscolare, difficoltà a parlare e a deglutire, sdoppiamento della vista e abbassamento delle palpebre. Secondo il primario direttore del pronto soccorso, professor Paolo Cremonesi, i due, che presentano i sintomi classici del «Clostridium botulini», sono in condizioni «serie», ma al momento non in pericolo di vita.
L’intossicazione è stata causata, con molta probabilità, dal sugo prodotto da una ditta genovese individuata dai carabinieri dei Nas e che è stato acquistato in un negozio della Foce. Il sugo sospettato è in commercio da aprile, ma a parte tre confezioni rintracciate ce ne sarebbero altre tre da ritrovare: la Asl raccomanda a chi le avesse acquistate di non consumarle. Secondo quanto spiegato dal responsabile del servizio prevenzione della Regione Liguria Paola Oreste i tecnici della Asl hanno provveduto al sequestro dell’unico barattolo del sugo di trevigiana e mandorle rimasto presso il punto vendita genovese. È stata messa sotto sequestro la ditta produttrice, una piccola impresa cittadina dove gli ispettori della Asl hanno riscontrato carenze igienico-sanitarie. Dalla Asl si invita quindi chi ha acquistato il sugo a non consumarlo. Gli specialisti dell’Arpal hanno condotto un esame sul ph del sugo del barattolo sequestrato. I risultati avrebbero indicato un ph compatibile con la presenza delle spore di botulino. Il prodotto alimentare è stato inviato all’Istituto superiore di sanità dove saranno fatti altri accertamenti, che richiedono diversi giorni prima di produrre una risposta certa.

Intanto non è scattata l’allerta internazionale dato che il prodotto, dopo il sequestro dell’ultimo barattolo, non è più in commercio. Sul caso potrebbe essere già stato aperto un fascicolo in procura. Tra i possibili reati, a seconda delle negligenze che saranno individuate, anche il commercio di sostanze nocive per la salute.

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