Cacciari non vuole prorogare Croff. E spunta Rampello

MOSCHE & MOSCONI Davide Croff confessa sconsolato a l'Unità: "Davvero non ho mai capito perché Cacciari ce l'avesse tanto con me..."

Cacciari non vuole prorogare  Croff. E spunta Rampello

Davide Croff confessa sconsolato a l'Unità: «Davvero non ho mai capito perché Cacciari ce l'avesse tanto con me. Non riesco a fare un passo più avanti dell'ipotesi che sia solo questione caratteriale». Sembrava fatta, l'altro giorno. Sia pure a denti stretti, l'incazzoso sindaco aveva dato un mezzo disco verde al rinnovo di Croff (presidente) e Müller (direttore Mostra). Per la serie: «Se la sbrighi Rutelli». Poi ci ha ripensato, accusando la Biennale di «non valorizzare l'interdisciplinarietà», con i direttori di sezione che vanno «ognuno per la propria strada per inseguire la concorrenza degli altri». Gli ha fatto eco Franco Miracco, a nome di Galan, un altro che poco ama Croff: «La Biennale va rifondata, ma ci vuole chi ha comprovata esperienza». Ecco allora spuntare su La Nuova Venezia il nome di Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano, con lunga esperienza a Mediaset, uomo caro all'ex ministro Urbani ma guardato con attenzione, in chiave bipartisan, pure dall'attuale ministro Rutelli. Sull'ipotesi, dicono qui a Venezia, sarebbe facile raggiungere un accordo. Si può capire meglio, a questo punto, l'insofferenza di Croff, sottoposto ogni giorno a una doccia fredda. Ieri mattina, seduto tra Cacciari, Galan e Rutelli, il presidente ha presentato alla stampa il progetto del nuovo Palazzo del cinema e dei congressi. Costerà 77 milioni di euro, 20 dei quali vengono dal governo; i restanti bisognerà trovarli qui, in buona misura con la vendita - «la valorizzazione» - del terreno occupato dall'ex ospedale del Lido. L'idea è di inaugurarlo nel 2011, ma campa cavallo. Intanto Rutelli ha dovuto precisare di nuovo il suo pensiero sulle nomine: «Ho chiarito da mesi che non è questo, a Mostra aperta, il momento giusto per affrontare la questione. Disapprovo se altri lo fanno. La scadenza è il 31 dicembre. Inizierò ad occuparmi della cosa tra qualche settimana. Posso dire anche: lo giuro». Per un attimo Croff ha sorriso.

EMBARGO Sono disperati all'ufficio stampa della Mostra. Giovedì è stata la Repubblica a rompere l'embargo recensendo un giorno prima Lust, Caution di Ang Lee, causa sesso bollente. Ieri, per ricambiare la cortesia, il Corriere della Sera ha anticipato la recensione di Michael Clayton. Critici infuriati, telefonate di fuoco. Alla fine la Mostra ha emesso un comunicato dove «si invita a non pubblicare le recensioni fino al giorno successivo alla proiezione pubblica, per rispetto dei tempi di lavoro di tutte le testate». Fin qui va bene. «In caso contrario, la Mostra si riserverà il diritto di ritirare l'accredito a quanti violeranno l'embargo». E tutti risero. Natalia Aspesi e Maurizio Porro per primi.

SMEMORATI Non per fare i pignoli,

ma un remake di Gli insospettabili già c'era. Ben prima di Kenneth Branagh, l'americano Sidney Lumet girò nel 1983 Trappola mortale con Michael Caine e Christopher Reeve. Chissà perché nessuno l'ha citato, neppure Caine.

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