Cadavere fatto a pezzi trovato in una discarica

Un’ora. Dalle 7.30 alle 8.30 è racchiusa la soluzione del giallo del cadavere fatto a pezzi ritrovato martedì mattina nella discarica di via Germagnano a Torino. Le risposte potrebbero arrivare a breve, dopo i controlli effettuati all’Amiat, l’azienda che raccoglie i rifiuti e dopo aver ascoltato i dipendenti. Dalla sparizione di Massimo Clemente, 41 anni, al suo ritrovamento circa due ore dopo, fatto a pezzi da una ruota dentata, i camion dell’Amiat sono concentrati in centro città. L’uomo, dunque, non si è allontanato di molto da casa, in piazza della Repubblica dove c’è una forte presenza di extracomunitari e dove si allestisce il mercato più grande e importante di Torino. Poco prima di salutare la madre Lidia uscita per andare in ospedale per alcuni accertamenti ha avuto il tempo di raccontare di aver passato una nottata insonne e turbolenta. È lei stessa riferirlo agli inquirenti, il figlio le è parso agitato, forse alterato dagli psicofarmaci che gli inquirenti hanno trovato nell’abitazione.

Prima della morte del padre, un commercialista, avvenuta circa un anno e mezzo fa, l’uomo aveva tentato il suicidio e alternava momenti di normalità alla depressione. La presenza di un cospicuo numero di medicinali e altri elementi rinvenuti fanno propendere gli inquirenti per l’ipotesi della disgrazia anche se tutte le altre piste non vengono abbandonate, dal suicidio all’omicidio.

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