Cagni: « Un moralismo inaccettabile»

«Fa il furbo come tutti i romeni. Pochissimi gli arbitri onesti. Calciopoli non è finita, meglio i tempi di Moggi»

«Cosa ne penso? Penso che sto con la legge - risponde Gigi Cagni -. È stato codificato che è compito dell’arbitro fermare il gioco: mi spiace Francesco, ma hai sbagliato». L’allenatore non ha dubbi: «Quando un giocatore si fa veramente male ce ne accorgiamo tutti subito, e qualcuno butta la palla fuori senza che intervengano altri. Ma qui la soglia del dolore si è abbassata, sembra di vedere delle donnicciole, muoiono tutti, io dico che il 70 per cento di quelli che cadono, in effetti, non si sono fatti niente». Guana poi è rientrato... «Appunto. Ma quello che mi riesce difficile da capire è l’atteggiamento di Guidolin: cosa c’entrava Prandelli? Dice che se dovesse succedere al Palermo, ordinerà ai suoi di prendere un gol, ma così si commette un illecito. Lo conosco da vent’anni, ci ho giocato contro da calciatore e abbiamo iniziato assieme la carriera da allenatori, ma si è messo a fare il moralista e questo nessuno può accettarlo». Rimedi? «Capisco l’arrabbiatura di Francesco, non la reazione verso Prandelli. Lui domenica pomeriggio non era nella normalità, significa che qualcosa a Palermo non sta funzionando. Il rimedio c’è: severità quando un calciatore cade a terra e si rotola. Se esce in barella deve restare fuori almeno tre minuti. Se l’infortunio è così grave da interrompere la partita, allora ci vuole il giusto lasso di tempo prima di poter tornare in campo. È anche a tutela della sua salute. L’unico insegnamento che possiamo dare ai simulatori è quello di non buttare la palla fuori, allora vediamo se uno lascia in dieci la sua squadra. Credo che rivedendo le immagini, Guidolin non si sia piaciuto». Roberto Mancini è dello stesso parere e aggiunge: «In Italia capita spesso che un giocatore vada a terra e sembri morto. Dopo due secondi però si rialza e la squadra avversaria, che ha buttato la palla fuori, magari ha rinunciato ad un’azione importante. È accaduto spesso e per questo si è sempre parlato di tale problema». Delio Rossi dice di comprendere Francesco ma di non condividerne la battaglia: «Lui ha delle attenuanti, era arrabbiato e pensava di aver subito una ingiustizia, ma l’errore lo ha commesso il suo giocatore che ha passato la palla in orizzontale e poi i suoi difensori che hanno assalito Mutu.

Forse qualcuno sperava che Mutu buttasse fuori la palla, ma lui non ha commesso fallo e non sarei così certo che abbia visto Guana a terra. Ma la battaglia morale mi sembra fuori luogo, mi spiace, ma la reazione di Guidolin è figlia della tensione particolare che sta vivendo a Palermo».

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