A Cairo manca un dirigente come Marotta

Urbano Cairo non ha fatto una piega, almeno nelle testimonianze pubbliche, dopo la goleada beccata sabato sera dal suo Torino. Con i giocatori, nello stanzone dello spogliatoio, il presidente granata ha avuto belle parole: «Non vi demoralizzate, il futuro è nostro». Nella ripresa, dopo un primo tempo al sonnifero, la Lazio ha fatto quel che ha voluto al Comunale, ora Olimpico, realizzando 4 reti e fallendone altrettante. Vi raccomando in particolare i centrali di difesa e il portiere Abbiati che, se non si daranno una scossa, verranno scritturati in esclusiva da Paperissima. In 5 partite il Toro ha messo assieme appena 2 punti (3 gol fatti e 10 subiti) e ipotecato uno degli ultimi 3 posti. Quelli che portano dritti dritti in B. Secondo i bene informati Zaccheroni, sostituto di De Biasi poche ore prima dell’inizio del campionato, rischia il posto. Cairo dice di no. E, in effetti, l’ex tecnico di Udinese, Milan, Inter e Lazio ha colpe minimali: con quell’organico, non può fare miracoli. Il problema è a monte. E allora il presidente deve domandarsi a chi ha affidato la campagna acquisti, chiusa fra l’altro con un deficit di oltre 10 milioni di euro. Il buco nero è lì, non in panchina. La retroguardia somiglia a una groviera, il centrocampo è un mosaico privo di incontristi, in avanti lo zero è quasi assoluto. A Radio Rai Marco Tardelli ha parlato chiaramente di una squadra di Serie B. Tornano alla mente le parole pronunciate qualche giorno fa da Luciano Moggi: «Sapete perché all’Inter non vincono uno scudetto vero, sul campo, da tempo immemorabile? Perché non sanno costruire la squadra». La ricetta vale anche per il Torino: prima la società, poi la squadra. Basterebbero Barzagli, Pizarro e Cruz per portare i granata a metà classifica. Allora sì che vale la pena di spendere.
Se Cairo ha cercato di cambiare le cose con il cambio dell’allenatore, il presidente della Sampdoria Garrone non ha mai pensato di mettere in discussione Novellino nonostante 7-mesi-7 di pareggi e sconfitte. Era dallo scorso febbraio che i blucerchiati, ieri finalmente vittoriosi sul Parma, non conquistavano 3 punti in un colpo solo. Altrove l’allenatore sarebbe stato cacciato. Invece il massimo azionista della Erg ha tenuto duro e, in più circostanze, ha invitato il direttore generale Marotta a rafforzare la fiducia su Novellino: «Le colpe sono dei giocatori che non hanno reso al meglio, degli infortuni che hanno azzoppato alcuni pezzi pregiati e di quegli arbitri che, per quanto in buona fede, ci hanno tirato contro. Lo dica nello spogliatoio». Avanti con Walter, insomma. E pollice verso nei confronti di quella frangia della tifoseria che avrebbe voluto una campagna acquisti faraonica e di conseguenza una società indebitata fino al collo.


Cairo deve fare riferimento proprio a Garrone se vuole portare il Toro al livello delle sue aziende e lasciare un segno nel calcio. Se l’altro ieri non ha mentito («Avanti con Zac»), ha imboccato la strada giusta. Al suo club manca un dirigente del valore di Marotta. Altro che il valzer delle panchine.

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