Cairo recupera il «buco» chiede i danni per Telepiù e ripensa a un quotidiano

da Milano

L’idea del sorpasso gli piace molto: «Siamo diventati il secondo editore italiano di settimanali», dice Urbano Cairo. La somma di Dipiù e Dipiù Tv fa 1,6 milioni di copie, spiega Cairo. Più di Rcs, che (calcolata però al netto degli allegati del Corriere), è a quota 1,3 e più di Rusconi (quota 900mila). Ma sempre meno di Mondadori, leader con oltre 4 milioni di euro.
L’ex enfant prodige di Publitalia, da quando si è messo in proprio fondando e quotando in Borsa, Cairo Communication, ha percorso una strada in cui il ruolo dell’editore ha via via superato quello del pubblicitario. «Ho iniziato - ricorda Cairo - con la concessione dei periodici Rcs, che nel 2002 valeva 52 milioni. Oggi (ieri, ndr), senza più il contratto con Rcs, abbiamo approvato una semestrale con 99,7 milioni di ricavi». Un solo milione in più del 2004 e un Mol di fatto invariato a 4,1 milioni. Ma nel frattempo se ne è andato anche il contratto con Telepiù, che aveva contribuito per 25 milioni, «tutti recuperati in soli sei mesi». Con la pay tv passata a Sky è in corso un arbitrato nel quale Cairo ha chiesto, anche se si rifiuta di confermare le cifre, oltre 250 milioni di danni. Una vertenza che entra nel vivo solo adesso che si è concluso, a suo sfavore, l’arbitrato con cui aveva chiesto a Sky di onorare il contratto con Telepiù. Gli arbitri hanno deciso che il passaggio a Sky non comprendeva i contratti in essere. Per cui Cairo vuole ora i danni.


Intanto va avanti e pensa ancora al lancio del quotidiano: «È un po’ la mia coperta di Linus - dice - un progetto che ho a cuore, ma che realizzerò solo quando troverò un direttore che mi convince». Forse Silvana Giacobini, reduce da Chi? «No, non viene da noi». Chi sarà allora? «C’è la fila. Ma tutti hanno in mente troppa politica, troppa economia. Quei giornali ci sono già. Io vorrei qualcosa di diverso».

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