Calabria, agguato contro un boss due morti davanti al bar di un paese

Sparatoria a Rogiano Gravina (Cosenza): le due vittime sono Vincenzo Chimenti, di 52 anni, con precedenti penali, e Salvatore Abate, di 51, incensurato. Obiettivo dell'agguato Chimenti, considerato un boss della 'ndrangheta cosentina, soprannominato ''pettinicchio"

Calabria, agguato contro un boss 
due morti davanti al bar di un paese

Cosenza - Due persone sono state uccise in un agguato a Roggiano Gravina, un centro ad una cinquantina di chilometri da Cosenza. Il duplice omicidio è accaduto nella piazza principale del paese, nei pressi di un bar.

Le due persone uccise sono Vincenzo Chimenti, di 52 anni, con precedenti penali, e Salvatore Abate, di 51, incensurato. Obiettivo dell'agguato sarebbe stato Chimenti, considerato un boss della 'ndrangheta cosentina, soprannominato ''pettinicchio' (piccolo pettine) per la sua mania nella cura dei capelli. Abate, invece, non aveva precedenti penali. I due, nel momento dell'agguato, erano appena usciti da un bar e stavano per entrare nell'automobile di Chimenti. Secondo quanto e' emerso dalle indagini, si trovavano insieme perche' Chimenti avrebbe dovuto dare un passaggio ad Abate.

A sparare sono state due persone, armate di pistole, giunte sul posto a bordo di un'automobile che hanno anche utilizzato per allontanarsi. Il movente del duplice omicidio, secondo quanto e' emerso dalle prime indagini, sarebbe da collegare ad un regolamento di conti maturato negli ambienti della criminalita' organizzata. Le indagini sul duplice omicidio sono dirette dal pm della Procura della Repubblica di Cosenza, Antonio Cestone, che sta lavorando a stretto contatto con la Dda di Catanzaro.

Nella piazza principale di Roggiano, a breve distanza dal Duomo, dove sono stati uccisi Chimenti ed Abate, c'erano molte persone che hanno però riferito di non avere visto nulla.

"E' il solito atteggiamento - ha commentato un investigatore - che antepone alle giuste esigenze di giustizia, che tutti dovrebbero perseguire, la necessità di farsi comunque i fatti propri e non avere grane. Si ripete, in sostanza, la storia di tanti fatti di criminalità accaduti in Calabria". 

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