Matteo Sacchi
È il recordman assoluto della produzione libraria italiana, altro che Salgari. Linventore di Sandokan, costretto alla media di tre pagine al giorno, poco prima di ammazzarsi, si lamentava: «Sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno e alcune delle notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere». Bazzecole per Andrea Camilleri che fra il 2006 e il 2011 ha sfornato la bellezza di 40 libri per un totale di 6449 pagine. In media, quasi le tre al giorno che uccisero Salgari. Lautore di Porto Empedocle ha una spiegazione: «Da giovane ho scritto come un matto, ho molte cose nel cassetto». E ovviamente quello che vi abbiamo fornito è un totale per difetto: mancano prefazioni, articoli, rubriche, collaborazioni, traduzioni, spettacoli teatrali...
Vediamo nello stesso arco di tempo (2006-2011) chi ha cercato di competere con lirraggiungibile maestro siciliano.
Testa china sulla scrivania per Andrea Vitali. Dal 2006 ad oggi ha sfornato 16 volumi (ben cinque titoli nel solo 2011) per un totale di 3458 pagine. Non male contando che Vitali nella vita fa anche il medico, e scrivere per lui è un secondo lavoro.
Non è da meno il suo collega in giallo Carlo Lucarelli il quale (ma il conto anche in questo caso è per difetto) tra racconti e romanzi ha sfornato 1115 pagine. Ma il suo impegno maggiore è stato sul versante della saggistica-thriller: 1608 pagine (almeno). Fanno 2723 in tutto. A questa cospicua produzione vanno poi aggiunti un paio di fumetti e uninfinità di racconti sparsi, interventi, articoli, prefazioni.
Mauro Corona ha intagliato 9 libri di narrativa. Sono 2455 le pagine vergate, tra una partecipazione e laltra a programmi tv e festival letterari, dallo scrittore che ama essere presentato come «alpinista» e «riservatissimo». Senza contare laltra attività di Corona, non meno importante, quella di scultore del legno.
Giorgio Faletti, vero bestsellerista del thriller pop, è più morigerato quanto a titoli. In questi anni ha prodotto soltanto 4 romanzi e una raccolta di racconti (Pochi inutili nascondigli). Però sono tutti tomi di un certo spessore e il risultato totale è infatti di 1937 pagine. Non male contando che nel frattempo ha scritto vari racconti e girato almeno cinque film.
Gianrico Carofiglio arranca con i suoi 4 romanzi, un racconto, una raccolte di racconti, una graphic novel, due saggi, le sceneggiatura di tre film tv e un film per il grande schermo. Totale pagine in prosa: 1815 al netto di tutto il resto e del massacrante e quotidiano impegno politico come senatore del Partito democratico.
Erri De Luca è un vero scrittore operaio, specializzato però in libri sottiletta. La sua catena di montaggio ha prodotto 22 titoli di narrativa. Totale, per difetto, 1487 pagine in cui non sono incluse poesie, unopera teatrale e la traduzione del Canto del popolo yiddish messo a morte.
A confronto di simili numeri potrebbe dunque sembrare striminzita la produzione di Fabio Volo, con 4 romanzi per complessive 1071 pagine. Però in questo caso ci sono i racconti per il Corriere, sette film da protagonista e due sceneggiature. Oltre alla conduzione di programmi tv e radiofonici. E le ospitate, le presentazioni, le interviste...
Straordinario Walter Veltroni. Può cascare il Partito democratico, diventare segretario, farsi massacrare alle elezioni: lui alla sera è sempre seduto alla scrivania a inventare storie. Saggi, romanzi, prefazioni (incalcolabili queste ultime, una stima per difetto fatta tempo fa da Christian Raimo diceva almeno 66, ma sono molte di più). Dal 2006 a oggi ha pubblicato 2 saggi e 5 romanzi. Totale pagine: 1053. Attenzione, però. I libri di Veltroni sono stampati in «corpo Veltroni», un carattere tipografico così grande da permettere di dilatare un tema della maturità fino alle dimensioni di una short novel.
Ma gli stacanovisti non sono diffusi soltanto nel comparto del romanzo. Fuori quota, per quanto riguarda la saggistica, è Marco Travaglio, una vera e propria industria capace di mettere sul mercato, tra i libri del tutto propri e quelli a quattro o sei mani con colleghi (Peter Gomez, Gianni Barbacetto, Pino Corrias, Beatrice Borromeo, Marco Lillo e Vauro), ben 16 libri-inchiesta, una quantità sterminata di prefazioni (comunque non sufficienti per battere Veltroni) e anche, già che cera, 11 dvd. Totale pagine: 6904. Sarebbe da Guinness dei primati, se non ci fosse appunto il problema di distinguere ciò che è travagliesco da ciò che è dei collaboratori, ciò che è creazione ex novo e ciò che è semplice riciclaggio di articoli di giornale. Comunque anche solo trovare il tempo per rileggersi le bozze... Meno male che, come spiega leditore Chiarelettere, «Marco dorme poco» e quindi ha tante ore libere.
Cè un altro saggista instancabile, il filologo Luciano Canfora. Almeno 14 saggi in cinque anni, per un totale di almeno 2712 pagine (e siamo certi che qualche pubblicazione più di nicchia manca allappello). Numeri prodigiosi, soprattutto se si tiene conto che i titoli spaziano, appunto, dalla filologia (La meravigliosa storia del falso Artemidoro) alla politologia e alla storia contemporanea (Su Gramsci). Roba che spesso richiede anni di lavoro solo per censire i documenti.
Anche Gustavo Zagrebelsky, editorialista di Repubblica, non ha taciuto il proprio pensiero, fra tomi di diritto, pamphlet politici e dialoghi socratici con Ezio Mauro. Ne sono venute fuori 2122 paginette spalmate su 11 titoli.
Si difende il matematico Pier Giorgio Odifreddi. In questi anni ha accumulato 8 libri per un totale di 1557 pagine che spaziano dalla matematica alla geometria, passando per il dialogo interreligioso. Non manca una missiva a Benedetto XVI (Caro Papa, ti scrivo).
Insomma, in Italia gli scrittori lavorano davvero come negri.
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