Riccardo Signori
Stavolta urlare Italia avrà un altro senso, un altro sapore, sarà la voglia di acchiappare unaltra speranza. Conterà la faccia più che le facce. Conterà vincere, ma non solo con i risultati. Fra una settimana esatta gli azzurri scenderanno in campo contro il Ghana e tanti pensano: basteranno tre vittorie per dimenticare. Sicuri? Quella sì, sarebbe una sconfitta. No, questa Italia ci dovrà ricondurre sulla strada che porta al rispetto e allautorispetto, al calcio come gioco e non al pallone come imbroglio.
Missione impegnativa per ragazzotti che, quando sono nervosi, sputano allavversario, quando larbitro non vede tirano il calcetto carogna, quando filano in area non dimenticano mai la caduta che inganna, quando larbitro fischia protestano e quando cè da menar le mani si autoinvitano a nozze.
No, questa Italia deve essere abolita, dimenticata, ripudiata. Sennò questi mondiali saranno inutili. Perfino se la nazionale arrivasse alla finale. Meglio perdere ed aver comportamenti da gente che vuol ritrovare una faccia, quella che cerca il nostro calcio. Meglio accettare i fischi sbagliati dellarbitro e magari gli insulti degli avversari, perfino le ingiustizie.
Difficile far passare unidea del genere in un Paese sportivo dove quello striscione («I fini giustificano i mezzi») penzolante dalle tribune di Bari, nellultima partita di campionato della Juve, è stato il manifesto di unidea che ha guidato il nostro calcio per anni. Non solo gli ultimi. Nessuno potrà far la parte della verginella per quanto accaduto nel passato. Ma per chiudere con quella storia non basteranno processi e condanne, ci vorrà una boccata di aria pura.
Se Lippi riuscirà ad insegnare questo comportamento ai suoi uomini, avrà con sé lItalia. Che si vinca o che si perda, comunque sarà un successo. Per tutti.
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