Lera moderna delle notti mondiali in tv nasce con la canzone della Nannini e di Bennato e con le gambe chilometriche della Parietti. Con la sua «selvaggeria» come la definì lex direttore di Raitre, Angelo Guglielmi, che piaceva a destra, a sinistra, un po ovunque. Ventanni fa, su una televisione corsara (lallora Tmc, Telemontecarlo), che aveva inventato il commento a due voci e aveva svecchiato il calcio, in un programma dal nome evocativo di un gelato col bastoncino, Galagoal. Fu allora che irruppe lei. Accavallando le mitiche, lunghissime gambe su uno scomodissimo sgabello, sorridendo e, incredibile, parlando di calcio con cognizione di causa. Fu il primo cambiamento epocale legato ai Mondiali, il primo punto di non ritorno. E, da allora, sarebbe stato sempre così. Ad ogni mondiale, la sua preparatissima «ganza». Ad ogni fondamentale competizione sul rettangolo verde, una donna a segnare il cambiamento. Ma la prima, indimenticata, imprescindibile, fu Alba Parietti. Oggi opinionista, tuttologa, paparazzata, politicamente embragata. Allora andò in rete nellimmaginario maschile parlando di cross, dribbling, fuori gioco, rigore, calcio dangolo, calciomercato con una sorprendente competenza e uno stacco di coscia degno del miglior esemplare di fenicottero... Di questo miracolo mondiale, si sapeva solo che era la moglie di uno dei Gatti di Vicolo Miracoli, Franco Oppini, e che già Tortora e Boncompagni tentarono un suo lancio, qualche anno prima, nel mondo dello spettacolo. Ma non andò un granché, poi arrivò quello sgabello.
Nel 1994, sullesperimento, la tv di Stato ci mise il cappello. E Raiuno affidò a lei la Serata Mondiale. A lei e a Valeria Marini. Ci fu un indimenticabile ballo in calzamaglia nera, e ci furono, ovviamente, i commenti delle partite. LItalia si divise in «mazzoliani», ovvero «pariettiani» e in «riveriani», ovvero «mariniani». Di fatto, da quella prova, uscì Valeria. Nel senso che diventò la Marini, anche perché la Parietti era già la Parietti. Fresca di Bagaglino era ancora disposta a recitare da oca giuliva in sottoveste e a puntare sul suo accento sardo. Poco dopo Sabina Guzzanti le avrebbe dedicato unindimenticabile caricatura traghettandola, di fatto e a pieno titolo nello show business. Dopo, molto dopo, arrivarono Bambola, Vittorio Cecchi Gori, la linea di lingerie...
I mondiali del 1998, quelli dello champagne e della Francia multietnica, volarono via in fretta e non trovarono con facilità un nuovo volto femminile, così come quelli del 2002 in Corea (che comunque poterono sempre contare su Simona Ventura, Paola Ferrari, Luisa Corna ed Elenoire Casalegno). Mentre nel 2006 arrivò la seconda, vera rivoluzione. Con le partite in alta definizione solo per qualcuno, con gli avveniristici studi e i futuristici mezzi di Sky. E poi lei, miss competenza, miss capello liscio, miss tubino, miss cartelletta: miss Ilaria DAmico, insomma, severa e femminilissima, autorevole e morbidissima.
E dopo Alba, Valeria, Ilaria e tutte le altre, oggi, in Sudafrica, la femmina della rivoluzione mondiale sarà un tasto verde, quello sul telecomando di Sky. La forma freddina e spigolosa sulla quale cadranno tutti i maschi del Mondiale 2010. Inclemente, puntualissimo, diabolicamente ideato per i voyeur del pallone. Il goal, lazione contestata, lespulsione, il momento cruciale grazie agli high lights.
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