Calcio

"Robinho sconti la sua pena in Brasile". Cosa succede ora all'ex Milan

La Procura Federale brasiliana ha chiesto alla Corte Superiore di giustizia che l'ex calciatore sconti in Brasile la condanna a 9 anni di carcere per stupro commesso a Milano nel 2013

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Novità sul caso Robinho. La Procura Federale del Brasile ha chiesto che l'ex calciatore del Milan sconti nel Paese la condanna a 9 anni di carcere per lo stupro di una ragazza avvenuto a Milano nel 2013.

Nella nota inoltrata alla Corte superiore di giustizia, la procura brasiliana sostiene che il sistema giuridico del Brasile sia "in linea con la tendenza globale che supera i paradigmi tradizionali della sovranità per combattere il crimine a livello internazionale".

Un vincolo della Costituzione brasiliana ha impedito che l'ex calciatore venisse estradato in Italia dopo la condanna definitiva a 9 anni per stupro. Il fatto risale al 22 gennaio 2013, quando una ragazza 23 anni è stata violentata da Robinho e altri ragazzi nel guardaroba di un locale milanese.

Il caso

Secondo i giudici, l'ex attaccante brasiliano, quattro stagioni al Milan tra il 2010 e il 2014, la notte del 22 gennaio del 2013, avrebbe fatto bere una 23enne di origine albanese fino al punto di renderla incosciente: poi lui e altri ragazzi l'avrebbero violentata a turno, senza che lei potesse opporsi, in un guardaroba di un locale della movida milanese, dove la giovane si era recata per festeggiare il compleanno.

La condanna in via definitiva è nel gennaio 2022 con la pena di 9 anni di carcere per violenza sessuale di gruppo. Il 39enne si trova al momento in Brasile e, ai fini dell’esecuzione della pena, il 24 gennaio scorso il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato una richiesta di carcerazione presso il territorio brasiliano per Robinho e Ricardo Falco, suo amico condannato per lo stesso reato. L’articolo 5 della Costituzione brasiliana vieta infatti l’estradizione dei cittadini nazionali e questo ha reso impossibile per la giustizia italiana far scontare la pena prevista per il giocatore in Italia.

Gli audio choc che incastrano Robinho

Nei mesi scorsi il portale brasiliano "Uol Sport" ha pubblicato degli audio scambiati fra Robinho e i suoi amici nei giorni successivi allo stupro. Da quanto emerge da queste conversazioni, il giocatore sembrava totalmente a conoscenza del rischio penale che avrebbe corso in Italia, tanto da preparare una versione in caso di denuncia:"Anche se mi chiamano per qualcosa, non c’è problema. Vado lì e dico: innanzitutto, la storia risale a un anno fa. In secondo luogo, non ho nemmeno toccato quella ragazza".

Da un'altra intercettazione si ha l'evidenza che c'è stata violenza di gruppo e che la donna fosse incosciente per aver bevuto troppo."Ho dormito con lei, ho avuto un rapporto orale e me ne sono andato – è l'altra frase pubblicata dal giornale -. Gli altri sono rimasti lì. Se non ha avuto un figlio, è la sua parola contro la nostra. Non può accusarci in alcun modo perché non c'erano telecamere e sarà un po' difficile dimostrare che è stata violentata se non è incinta. Ma se ha avuto un figlio allora è un problema".

Il file audio condiviso dai media brasiliani fa riferimento anche al presunto tono irrisorio nel corso del dialogo."Chi l’ha toccata è in Brasile… Io non mi sono sdraiato, tu non ti sei sdraiato. Che sono andato a letto, zero possibilità. Finirà nel nulla".

E invece è finito con una condanna per stupro di gruppo.

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