L'ultima volta in Champions è finita malissimo, quel 6-2 in casa del PSV che sembrava portare il Napoli sull'orlo del baratro. Quella sera, dal cilindro senza fondo delle provocazioni, Antonio Conte tirò fuori la storia dei «troppi acquisti, perché inserire 9 giocatori richiede tempo», che innescò un dibattito a senso unico, gli costò qualche altra critica, ma chissene, tanto più che gli evitò di parlare in concreto della sconfitta.
Due settimane dopo, il Napoli si riaffaccia in Europa, obbligato stasera a battere l'Eintracht per evitare di appesantire di incognite carogne il resto del girone, e il suo allenatore rimette un'altra volta la maschera del guerriero e torna all'attacco. «Il Napoli dà fastidio e fa paura. Sono tre mesi che ci criticano e chi c'è in testa alla classifica? Per quante ce ne dicono, dovremmo essere in fondo e invece siamo primi».
Conte è questo, da sempre. Grande allenatore e arruffa popolo ancora più grande. «Il tifoso del Napoli è un sognatore, da fuori lo sanno e perciò diffondono voci per creare aspettative assurde o per ammazzare la squadra. Lasciamo stare ciò che viene da fuori. Ascoltate calciatori e allenatore, perché sono gli unici che vogliono il bene del Napoli». Conte è anche questo: lingua lunghissima, che sa essere velenosa come poche altre. Simone Inzaghi, nello sprint scudetto dello scorso anno, provò a inseguirlo sul piano della provocazione, deragliando poco dopo il via.
Certe cose bisogna saperle fare e farle bene. Decide Conte i tempi e i modi e i suoi bersagli, l'ha sempre fatto: a Torino o a Londra, a Milano o in Nazionale. Paladino del proprio brand. Napoli non è certo l'eccezione. Così, se parla lui di arbitri è il momento giusto per farlo (i famosi retropensieri di un anno fa), ma se lo fa qualcun altro è solo per crearsi alibi o incassare crediti. «Dispiace perché a volte vedi come il sistema non si basa su fondamenta solide, al primo soffio di vento, parlare per migliorare il calcio italiano, vedete cosa cavolo è successo», racconta con malcelato riferimento a Marotta, che anche stavolta evita di rispondergli. «Conte è liberissimo di dire ciò che vuole, siamo in democrazia. Ma io non ho voglia di tornare sull'argomento».
Resta che stasera il Napoli deve battere l'Eintracht e può farlo anche per la spinta che gli arriva dal campionato, dove ha ritrovato il primato solitario, per quanto in un gruppo ancora sostanzialmente compatto.
I tedeschi sono ottavi in Bundesliga e hanno 3 punti in Champions come il Napoli e come il Napoli hanno perso rumorosamente l'ultima partita 1-5 in casa contro il Liverpool (loro in realtà anche la penultima, sempre 1-5, ma a Madrid, contro l'Atletico).Tv: Napoli-Eintracht 18,45 Sky