
Tornano, a San Siro, fino a ieri l'altro frequentata dal silenzio ostile e dal dissenso rumoroso, le bandiere e si udiranno ancora i cori della curva che già col Bologna diede una mano al nuovo Milan di Allegri. «Abbiamo bisogno del loro sostegno» spiegò Max il primo giorno e adesso è venuto il momento di recuperare i colori e gli striscioni, banditi come armi improprie dalle curve milanesi. Torna anche Stefano Pioli a San Siro, partito senza grandi rimpianti dopo un secondo posto considerato al pari di una retrocessione per via dei tanti infortuni collezionati e anche della conclusione amara della stagione europea, prima lo scivolone dalla Champions all'Europa league e poi la doppia sfida con la Roma persa nettamente senza colpo ferire. Torna a San Siro dunque Stefano Pioli alla guida di una Fiorentina, salutata tra aspettative corpose e squilli di tromba e adesso invece relegata in fondo alla classifica con una deprimente posizione che fa persino dubitare delle doti del suo condottiero. Torna nello stadio che gli regalò la medaglia d'oro dello scudetto e una semifinale di Champions league che restano i suoi traguardi luccicanti dell'esperienza rossonera.
Non tornano, purtroppo, molti dei protagonisti più attesi tutti rapiti dalla sosta per nazionale che è diventata un campo di battaglia nel quale si contano più feriti che risultati e prestazioni da far inorgoglire il pubblico. Kean tra i viola, per ora Pulisic, Saelemaekers e forse Rabiot ed Estupinan tra i milanisti non sono esponenti di secondo piano e finiranno sicuramente col pesare sullo sviluppo della sfida e soprattutto sulla mancanza di adeguati sostituti. Milan-Fiorentina è la ripresa di una stagione che sembra una corsa contro il tempo per colmare le lacune e le distanze. Sul fronte rossonero nei confronti della coppia regina che viaggia a pieno titolo in testa alla classifica, Napoli e Inter, e sul fronte viola per tirarsi fuori dalle secche di una posizione scomoda che ha avuto l'effetto di far dubitare persino delle doti del tecnico, accolto come il figliol prodigo, oltre che del discusso mercato, considerata l'origine di tutti i mali.
Pioli ha materiale di prima mano per sostituire Kean, Allegri deve forse inventarsi qualche soluzione d'emergenza perché anche Gimenez di ritorno giovedì dall'altra parte del mondo non è pronto per giocare subito 90 minuti.
E se l'assenza di Saelemaekers può accompagnare al debutto dal primo minuto un ragazzo alle prime armi, Athekame, allora si può dire che questa sfida nasce, per il Milan, all'insegna della scoperta della sua panchina e alla verifica delle condizioni di Leao che è come sempre, l'elemento di maggior discussione a casa Milan. Lo è stato ance ai tempi di Pioli con l'avvertimento che, secondo il giudizio di Zlatan Ibrahimovic, «vinse da solo lo scudetto» riferito alla magica cavalcata del 2022.