
I primi risultati dell'indagine sull'incidente stradale che ha causato la morte dell'attaccante del Liverpool Diogo Jota e di suo fratello Andrè sembrano confermare le ipotesi iniziali. Secondo quanto emerso dalla perizia ancora in corso, la Guardia Civil ha indicato “un eccesso di velocità”, sicuramente superiore al limite di 120 km/h. Ma questo non sarebbe l’unico fattore ad aver causato lo schianto della Lamborghini Huracan dell’attaccante del Liverpool sull'autostrada A-52 nella provincia di Zamora, nel nord-ovest della Spagna.
La perizia si concentrerà infatti sui "segni lasciati" da una delle ruote del veicolo, per la precisione una gomma posteriore, che sarebbe scoppiata durante un sorpasso. Un portavoce della Guardia Civil di Zamora ha dichiarato che i test effettuati dalla sua divisione traffico hanno mostrato che il 28enne era alla guida dell'auto al momento dello schianto.
Secondo quanto ricostruito, la Lamborghini – presa a noleggio – sarebbe “uscita di strada” prima di prendere fuoco. Diogo Jota era diretto a Santander, nel nord della Spagna, dove avrebbe dovuto prendere un traghetto per raggiungere Liverpool. I medici gli avevano sconsigliato di volare a causa di un recente intervento ai polmoni, secondo quanto riportato dai media.
È attesa nei prossimi giorni l’analisi completa delle autorità che verrà consegnata al tribunale di Puebla de Sanabria, Zamora.
Sabato si è tenuto l’ultimo saluto a Diogo Jota e al fratello nella loro città natale di Gondomar. Migliaia di amici, compagni di squadra e tifosi si sono riuniti per rendere omaggio al calciatore dei Reds, che lascia la moglie – si erano sposati il 22 giugno scorso – e tre bambini.