La Fiorentina rompe l’incantesimo: col Bologna, la decide Nico González

La Fiorentina interrompe la maledizione, nello show straordinario del derby dell’Appennino: il Bologna la riapre con la qualità di Zirkzee, ma la Viola si affida alle certezze con Bonaventura e Nico González per i tre punti

L'esultanza di Nico González che regala la vittoria alla Viola (via Acf Fiorentina)
L'esultanza di Nico González che regala la vittoria alla Viola (via Acf Fiorentina)

Straordinario lo show nel derby dell’Appennino: è Jack Bonaventura a rompere l’incantesimo della Fiorentina e alzare il sipario con un gol improvviso e straordinario, ma il Bologna risponde forte all’appello e Zirkzee, protagonista d’un match d’alto livello, batte glaciale dal dischetto un rigore già in clima incandescente. La ripresa è un braccio di ferro quasi tennistico ma la Viola ha la meglio: l’ingresso di Ikoné è decisivo perché, dopo una manciata di secondi dall’inizio del secondo tempo, il francese è vistosamente atterrato da Kistiansen; e così, con disarmante sicurezza dal dischetto, Nico González torna a farsi bomber e regala tre punti preziosissimi in ottica europea alla Fiorentina, che annulla l’imbattibilità del Bologna di Thiago Motta e supera proprio i rossoblù in classifica.

La Fiorentina per risorgere dall’incubo della scia maledetta di sconfitte senza segnare, il Bologna per confermare la serie di imbattibilità aperta assoluta più lunga in questa stagione: il derby dell’Appennino è questo, e molto altro. Come l’arrivo anticipato di gruppi di tifosi rossoblù che, col Club Medicina e sei furgoni riforniti del necessario, si sono presentati fianco ai fianco al popolo viola per sostenere attivamente la popolazione alluvionata della zona di Campi Bisenzio. Col rientro della Fiesole ai propri posti, dopo l’assenza della curva viola in occasione del match contro la Juventus, in un Franchi stavolta davvero trepidante Fiorentina – Bologna, umori opposti ma medesimo obiettivo, è un crocevia essenziale per la corsa europea.

L’onore e il rispetto

Vincenzo Italiano chiede alla sua Viola di risorgere dalle ceneri, perché servono punti preziosi, contro un Bologna “in un periodo importante” e con la curva viola rientrata al proprio posto. Per farlo, decide di affidarsi a capitan Biraghi, sostenuto da Milenković, Martínez Quarta e Parisi, come blocco di difesa di fronte a Terracciano. Certezze in mediana, col rientro di Duncan al fianco di Arthur, alle spalle di Bonaventura in regia. È Kouame a vincere il ballottaggio per il posto, speculare a quello di Nico González, nel tridente alle spalle di Nzola, preferito forse per turn-over forse per convinzione d’approccio, a Beltrán.

Gran rispetto per la Fiorentina”, esordisce Thiago Mottala nostra priorità è il massimo impegno, partita per partita”. Il suo Bologna è alle stelle: così, davanti al solito Skorupski, saranno Posch, Beukema, Calafiori e Kristiansen a reggere la retroguardia. In appoggio, in mediana, ancora i confermatissimi Aebischer e Freuler, mentre l’infortunio di Jesper Karlsson, i cui esami lasciano presagire lunghi tempi di recupero, sarà tamponato dal confermato trio già rodato Saelemaekers, Ferguson e Orsolini (al centro dello show per le dichiarazioni che lo accostavano proprio alla Fiorentina), dietro al mai discusso Zirkzee come perla d’attacco.

Jack il contorsionista, Zirkzee il glaciale: parità ad alta tensione

La spinta del Franchi è più che mai essenziale, in quest’avvio di match nel derby tosco-emiliano. È subito la Fiorentina a provare ad impostare col consueto possesso palla, ma il primo a farsi notare è Zirkzee, che scalda i motori vincendo da subito un uno contro uno e esaltandosi con un tunnel a tenere alta la soglia dell’attenzione. Già in un paio d’occasioni in cui i rossoblù di Motta si fanno avanti, Martínez Quarta fatica difatti sull’attaccante olandese ex Anderlecht, che, a partire dai movimenti senza palla, mette in confusione la difesa casalinga e costringe Milenković al raddoppio last minute. C’è un Nico González famelico, dall’altra parte, che mostra la sua fame con un primo, forse velleitario, tentativo di tiro da distanza siderale, prima intercettato da una deviazione poi abbracciato dai guantoni di Skorupski. Le due squadre si studiano, entrambe con l’attitudine a far possesso palla, e pare che potrebbero essere in gran parte le individualità a far la differenza: è quel che fa presagire anche l’incursione pericolosa ancora una volta di Nico, attorno al 13’, che buca Kristiansen e Calafiori e poi, pressato, non riesce ad imprimere forza al tiro. Chi ci riesce, invece, è improvvisamente Jack Bonaventura, che rompe l’incantesimo: servito in area da Nzola, dopo un fraseggio corale della Fiorentina, il regista classe ‘89 spalle alla porta fa il contorsionista e, con una girata straordinaria, scheggia la traversa e gonfia la rete, per il suo quinto gol stagionale. È 1-0: contro la maledizione dell’assenza dei gol, la Viola risorge col suo uomo simbolo.

Il Bologna risponde, prima timidamente, con un sinistro angolato di Orsolini che Terracciano lascia sfilare alla sua destra senza troppe preoccupazioni; con qualche occhiataccia in più rivolta alla sua difesa, invece, l’estremo difensore viola sul tentativo, al 22’, di testa di Ferguson, lasciato troppo solo al centro dell’area. I rossoblù alzano il ritmo e la spinta offensiva: così, Orsolini a due giri dal trentesimo si conquista e batte una punizione in zona calcio d’angolo, buttando in area un pallone tagliato pericolosissimo, scacciato poi, in seconda battuta, da Duncan. È proprio quella l’occasione che richiama Maresca all’on-field review dal Var: il dubbio, che poi è certezza dalle immagini proposte all’arbitro, è sul tocco di mano di Parisi che toglie il pallone di Orsolini dalla testa di Calafiori. È un momento delicatissimo per il match: mentre il direttore di gara napoletano fatica a tenere a posto le tensioni fuori dall’area di Terracciano, Zirkzee non perde lucidità né concentrazione e, con incredibile freddezza, batte rasoterra quasi centralmente il rigore che significa ristabilita parità.

È tutto un clamore, che parte dai rumoreggiamenti del Franchi fino alle scintille del campo e sulle rispettive panchine, che iniziano a scaldare l’atmosfera sul terreno di gioco. L’esempio lampante è l’episodio al 36’, quando Saelemaekers si prende un giallo (con qualche brivido, al limite sul tema condotta violenta) per un fallo più di tensione che di senso su Nico González; così come, nei 4’ di recupero, l’ammonizione doppia di Aebischer e Bonaventura. Sarà protagonista poco dopo ancora il belga di proprietà del Milan, perché su pasticcio difensivo di Martínez Quarta e Milenković, Saelemaekers si trova a tu per tu con Terracciano, che chiude la saracinesca e salva il risultato. Non può nulla, invece, sul sinistro potente di Orsolini, l’atteso uomo-show, sullo scadere del primo parziale di gioco: tutto nasce, ancora una volta, dal tocco delizioso di Zirkzee, che apre uno spazio insperato per “Orsonaldo” che concretizza l’opportunità per il vantaggio – respiro sospeso, al Franchi, ma il richiamo dell’assistente di Maresca è chiaro: gol annullato, si chiude in parità.

Nico, il ritorno di un bomber

Alla ripresa, Italiano decide da subito di spendere uno slot di cambi che si rivelerà, a distanza di una manciata di secondi, essenziale: entra Ranieri, a rinfrescare l’attenzione dietro al posto di Parisi, ma soprattutto Nzola cede il posto ad Ikoné che, dopo nemmeno un minuto di gioco, viene atterrato vistosamente in area da Kistiansen – Maresca non ha dubbi: è calcio di rigore. Dal dischetto, Nico González beffa Skorupski con una sicurezza disarmante: la Fiorentina c’è, il suo bomber pure. 2-1, la Viola è subito in vantaggio.

Quasi non c’è tempo per rifiatare, in questo match: la Fiorentina è sbilanciatissima in avanti e una ripartenza letale dei rossoblù con Freuler lancia Orsolini solo di fronte a Terracciano, che temporeggia (con troppa leggerezza) nell’uscita – il fuorigioco salva la Viola. Al 57’, Bonaventura fa una magia che lo libera in un due contro due potenzialmente letale: numero su Calafiori del 5 viola, che poi eccede forse in generosità alla ricerca di Kouame ma la palla non passa. Il braccio di ferro da una parte e dall’altra è estenuante, e Saelemaekers dà non pochi grattacapi alle retrovie avversarie: così, Italiano chiede a Martínez Quarta di scambiarsi con Ranieri, che viene spostato a sinistra. Qualche minuto dopo, però, il gioco è nuovamente fermo: Maresca è richiamato un’altra volta dal Var – chiamato ad un lavoro certosino, in questo match – per un presunto intervento irregolare da parte di Arthur sul classe ‘99, che sì subisce un contrasto in caduta ma allarga di molto la gamba. Il direttore di gara studia a lungo le immagini, nel silenzio tombale del Franchi e tra le mille tensioni delle due panchine, ma è impeccabile nella decisione: il rigore non c’è.

Thiago Motta sa che, adesso, qualche modifica in campo è necessaria per riprendersi campo e gara: così, al 70’, sceglie Ndoye per Orsolini, che esce dal match col rammarico del gol annullato, e Moro per Freuler. Cinque minuti dopo, è ancora la panchina del Bologna a muoversi convulsamente: arriva il momento di Lykogiannis per Kristiansen e il rientro in campo di Lucumí, ristabilitosi dopo il risentimento alla coscia destra, per Posch. È ancora Zirkzee, però, ad essere il vero protagonista per la compagine emiliana: ad una manciata dal 75’, l’olandese si libera alla grande sbaragliando la difesa viola, ma con poco angolo a disposizione schianta un tiro forte addosso a Terracciano che respinge. Mosse e contromosse: Italiano fa alzare Maxime Lopez, perché l’ex Sassuolo può dare un gran contributo in termini di palleggio al centrocampo dei suoi, e perché Arthur ha speso una quantità notevole d’energia. Ad otto minuti dalla fine, Thiago Motta sa di aver bisogno di lucidità e freschezza in avanti e schiera Sydney van Hooijdonk per l’uscita naturale dell’mpv del match lato bolognese Joshua Zirkzee – se ne va tra qualche fischio, la punta rossoblù, perché pare che il pubblico fiorentino non abbia particolarmente apprezzato la sua esultanza col gesto della mitraglia che, in questo stadio, è praticamente simbolo sacro dell’idolo Gabriel Batistuta.

La Fiorentina, col cambio di natura prevalentemente fisica tra Biraghi ed il giovane Comuzzo, adesso difende e soffre. Manca un minuto e mezzo al novantesimo e Ferguson è murato da Terracciano su un tiro velenoso; una volta recuperata palla, però, la Viola cerca di far scorrere un orologio che pare congelatosi all’annuncio dei sei, interminabili minuti di recupero. Standing ovation all’uscita di Giacomo Bonaventura: il centrocampista esce in favore di Mina, perché Italiano sa che adesso l’imperativo è saper soffrire. Lo fa, la Fiorentina, che da Ikoné solo quasi prima punta ritorna nella stessa azione addirittura dal proprio portiere: finché, a venti secondi dal termine, Ranieri commette un fallo ingenuo che gli costa l'ammonizione, e regala una punizione preziosissima al Bologna. In area si getta anche Skorupski, ma Lykogiannis sbaglia proprio idea di scelta e di misura: out di molto. Il rinvio di Terracciano è, allora, una sentenza: finisce qui l’imbattibilità del super Bologna, perché la Fiorentina è tornata e l’Europa è un obiettivo vivo più che mai.

Il tabellino del match

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terraciano; Parisi (46’ Ranieri), Milenković, Martínez Quarta, Biraghi (88’ Comuzzo); Arthur (78’ Maxime Lopez), Duncan; Nico González, Bonaventura (90’+2’ Mina), Kouame; Nzola (46’ Ikoné). Allenatore: Vincenzo Italiano

BOLOGNA (4-2-3-1) – Skorupski; Posch (76’ Lucumí), Beukema, Calafiori, Kristiansen (76’ Lykogiannis); Aebischer, Freuler (70’ Moro); Saelemaekers, Ferguson, Orsolini (70’ Ndoye); Zirkzee (83’ van Hooijdonk) . Allenatore: Thiago Motta

Marcatori: 17’ Bonaventura (F), 33’ rig. Zirkzee (B), 48’ rig. Nico González (F)

Ammoniti: 36’ Saelemaekers (B), 45’+2’ Aebischer (B), 45’+2’ Bonaventura (F), 90’+5’ Ranieri (F)

Espulsi: n/a

Arbitro: Fabio Maresca (Napoli)

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