Calcio

Inter, 115 anni di storia in 5 indimenticabili vittorie

La Beneamata festeggia il suo compleanno. Ecco cinque imperdibili vittorie che hanno reso leggendaria la storia della squadra nerazzurra

Inter, 115 anni di storia in 5 indimenticabili vittorie
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Il 9 marzo è un giorno speciale per l'Inter e per i suoi tifosi: oggi la Beneamata compie 115 anni. Il club di Steven Zhang celebra il suo compleanno sul sito ufficiale con un video di Inter Media House. Ed ecco cosa scrive la società per presentarlo: "I nostri colori, le nostre maglie, la nostra città. Il 9 marzo è il nostro giorno, quello in cui giovani coraggiosi e rivoluzionari hanno deciso di dare una svolta, spinti da ideali ancora attualissimi. 115 anni fa, nel centro di Milano, è iniziata la nostra storia. Ha subito parlato a tutto il mondo, spinta da una vocazione internazionale, fissata da subito nel nome del Club. In quella notte al ristorante Orologio i soci fondatori scelgono anche i colori, quelli del cielo e della notte. E delle stelle".

In 115 anni di storia ci sono stati splendidi trionfi ma anche grandissime delusioni. Del resto il club nerazzurro ha nel suo DNA di essere capace un po' di qualsiasi cosa nel bene e nel male. Per augurarle buon compleanno abbia scelto le 5 vittorie più iconiche della sua storia. Una scelta non semplice proprio perché parliamo di una squadra non solo capace di scrivere la storia del calcio ma di emozionare come poche altre.

Coppa dei Campioni (1964)

Inter-Real Madrid 3-1

Data: 27 maggio 1964

Sede: Prater Stadion, Vienna (AUT)

La Grande Inter di Helenio Herrera nasce a cavallo delle stagioni 1962/1963 e 1963/1964: nella prima i nerazzurri si aggiudicano lo Scudetto numero 8 della loro storia superando in volata i cugini del Milan, nella seconda riescono a salire sul trono d’Europa sconfiggendo nella finale di Coppa dei Campioni il Real Madrid. Gli spagnoli hanno vinto le prime 5 edizioni della competizione e possono contare su fuoriclasse epocali come Gento, Puskas e Di Stefano, anche se questi ultimi due hanno ormai rispettivamente 37 e 38 anni.

La sfida del Prater Stadion non può non essere inserita nella lista delle migliori partite nella storia della Beneamata. I nerazzurri prima controllano i Blancos poi colpiscono poco prima dell’intervallo con un rapido ribaltamento di fronte: Facchetti appoggia a Mazzola che fulmina Vicente. Nella ripresa arrivano il raddoppio di Milani, il gol spagnolo con Felo e il definitivo 3-1 che chiude la gara ancora di Mazzola, bravo a sfruttare un’indecisione del 35enne Santamaria. L’Inter conquista la sua prima Coppa dei Campioni, secondo club italiano a riuscire nell’impresa dopo il Milan.

Inter (4-3-3) - Sarti; Burgnich, Picchi, Guarneri, Facchetti; Tagnin, Suarez, Corso; Jair, Milani, Mazzola. All.: Herrera

Real Madrid (3-2-5) - Vicente; Isidro, Santamaria, Pachin; Muller, Zoco; Amancio, Felo, Di Stefano, Puskas, Gento. All.: Muñoz

Gol: Mazzola (I) 43', 76', Milani (I) 61', Felo (R) 70'

Coppa Intercontinentale (1964)

Inter-Independiente 1-0

Data: 26 settembre 1964

Sede: Stadio Santiago Bernabéu, Madrid (SPA)

Se la stagione 1963/1964 dell’Inter fu straordinaria, quella successiva è semplicemente indimenticabile e consacra la squadra tra le grandi di tutti i tempi: i nerazzurri si ripeteranno in Coppa dei Campioni superando il Benfica di Eusebio vincendo anche Scudetto (dopo lo spareggio dell’anno precedente perso contro il Bologna) e Coppa Intercontinentale. Quest’ultimo trofeo arriva dopo tre combattutissime partite contro gli argentini dell’Independiente: sconfitti 1-0 ad Avellaneda, gli uomini di Herrera si rifanno 2-0 nel ritorno a Milano, e dato che non vale la regola dei gol fuori casa è necessario uno spareggio in campo neutro.

La gara non sarà ricordata come una delle migliori partite dal punto di vista estetico, ma è indicativa del grande carattere di una squadra che si appresta a vincere tutto. A tre giorni di distanza dalla sfida di San Siro, i nerazzurri devono affrontare l’Independiente senza Mazzola e Burgnich acciaccati e soffrono la maggior grinta degli argentini, oltretutto sostenuti dal pubblico del Bernabéu che non ha dimenticato la sconfitta patita dal Real in finale di Coppa dei Campioni pochi mesi prima.

Facchetti e compagni riescono però a reggere l’urto dei sudamericani, arrembanti ma poco precisi, e colpiscono ai supplementari quando i ritmi inevitabilmente calano: Milani scappa in contropiede, il suo lungo traversone viene tenuto in campo da Peirò che serve con precisione l’accorrente Corso, bravo a controllare e a infilare il pallone in fondo alla rete con un sinistro imparabile. Per la prima volta nella sua storia l’Inter è sul tetto del mondo.

Inter (4-3-3) - Sarti; Malatrasi, Guareneri, Picchi, Facchetti; Tagnin, Suarez, Corso; Domenghini, Milani, Peirò. All: Herrera

Independiente (4-3-3) - Santoro; Decaria, Acevedo, Guzman, Maldonado; Savoy, Bernao, Paflik; Rodriguez, Suarez, Prospitti. All: Giudice

Gol: Corso 110'

Scudetto dei record (1988/89)

Inter-Napoli 2-1

Data: 28 maggio 1989

Sede: Stadio Giuseppe Meazza (Milano)

Una delle più sentite di sempre a San Siro: Inter-Napoli del 28 maggio 1989, quella dello Scudetto numero 13, quello dei record. I nerazzurri di Giovanni Trapattoni affrontavano il Napoli di Maradona e Careca nella 30esima giornata di Serie A. Prima del fischio d'inizio la classifica recitava: Inter 50, Napoli 43. Una vittoria avrebbe portato lo Scudetto numero 13 in casa nerazzurra, una sconfitta avrebbe riaperto la strada al Napoli per una possibile rimonta.

San Siro trepidante, le parate di Zenga a blindare la porta nerazzurra. Un pomeriggio di quelli da montagne russe, con il vantaggio del Napoli con Careca al 36'. All'intervallo il cambio, dentro Bianchi per Baresi. Berti, come sempre, all'arrembaggio: suo il gol del pareggio, con quella stoccata al volo deviata da Fusi. Per l'apoteosi bisogna correre fino al 38' della ripresa: la cannonata su punizione di Lothar Matthäus, quel suo destro immortale a consegnare lo Scudetto numero 13 con quattro giornate d'anticipo e a far partire la festa nerazzurra a San Siro. Il record dei 58 punti sarebbe arrivato all'ultima giornata col successo sulla Fiorentina.

Inter (4-4-2) - Zenga; Bergomi, Baresi (Bianchi), Ferri, Brehme, Mandorlini, Matteoli, Berti, Matthäus, Serena, Diaz (Verdelli). All: Trapattoni

Napoli (4-3-1-2) - Giuliani, Renica, Corradini, Fusi, Francini, Crippa, De Napoli, Alemao (Bigliardi), Maradona, Careca, Carnevale. All: Bianchi

Gol: 36' Careca (N), 4' st autogol Fusi (N), 38' st Matthäus (I)

Coppa Uefa (1998)

Inter-Lazio 3-0

Data: 6 maggio 1998

Sede: Parco dei Principi, Parigi (FRA)

A quasi trent’anni di distanza dalla cessione del club da parte di papà Angelo, Massimo Moratti acquista la Beneamata con l’obbiettivo di rinverdirne i fasti. Per mostrare al mondo quanto stia facendo sul serio il nuovo numero uno dei nerazzurri acquista nel 1997 il fenomeno brasiliano Ronaldo, considerato all’epoca il calciatore più forte al mondo: anche a causa di tanta sfortuna arriveranno meno trionfi di quanto sperato, ma certo la Coppa UEFA del 1998 è degna di essere ricordata.

Decisi a vendicare la sconfitta patita in finale contro lo Schalke 04 l'anno precedente, i nerazzurri si fanno ancora una volta strada fino all’ultimo atto – eliminando anche i tedeschi campioni in carica – dove travolgono una Lazio che ai tempi è una vera e propria big ma che non riesce mai ad entrare in partita: in vantaggio dopo appena 5 minuti con Zamorano, l’Inter dispone dei pur fortissimi avversari come meglio crede e chiude i conti nel secondo tempo prima con Javier Zanetti e poi con uno degli straordinari assoli di Ronaldo.

Inter (4-3-1-2) - Pagliuca; Colonnese, West, Fresi, Zanetti; Winter (68' Cauet), Zé Elias, Simeone; Djorkaeff (68' Moriero); Zamorano (72' Sartor), Ronaldo. All: Simoni

Lazio (4-4-2) - Marchegiani; Grandoni (55' Gottardi), Nesta, Negro, Favalli; Fuser, Venturin (50' Almeyda), Jugovic, Nedved; Casiraghi, Mancini. All: Eriksson

Gol: Zamorano 5', Zanetti 60', Ronaldo 70'

Champions League (2010)

Inter-Bayern Monaco 2-0

Data: 22 maggio 2010

Sede: Stadio Santiago Bernabéu, Madrid (SPA)

Dopo 15 anni di sforzi, di illusioni e di cocenti delusioni, Massimo Moratti riesce a raggiungere il padre Angelo nella categoria dei grandi numeri uno della storia nerazzurra: le similitudini tra la squadra degli anni ’60 guidata da Helenio Herrera e quella che nel 2010 torna sul tetto d’Europa guidata da José Mourinho sono moltissime, come la capacità di saper soffrire da squadra vera e lo spirito di sacrificio abbinato alla classe infinita di alcuni interpreti.

Il 22 maggio 2010, dopo aver conquistato Scudetto e Coppa Italia, i nerazzurri centrano uno storico Triplete superando il Bayern Monaco nella finale di Champions League in programma in Spagna al Santiago Bernabéu: si tratta di una delle partite più belle nella storia dell’Inter, che sblocca la gara con una splendida combinazione Milito-Snejider-Milito che mette l’argentino a tu per tu con Butt. Zanetti e compagni resistono alla reazione dei bavaresi e poi chiudono la gara ancora con il centravanti argentino, che servito da Eto’o supera Van Buyten e deposita in rete il pallone che consegna la squadra alla storia.

Inter (4-2-3-1) - Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (68' Stankovic); Zanetti, Cambiasso; Eto’o, Sneijder, Pandev (79' Muntari); Milito (92' Materazzi). All.: Mourinho

Bayern Monaco (4-4-1-1) - Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Robben, Van Bommel, Schweinsteiger, Altintop (63' Klose); Muller; Olic (74' Gomez). All.: Van Gaal

Gol: Milito 35', 70'

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