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Inter, torna il vero Lukaku. E il Porto non va di traverso

Big Rom entra nella ripresa e risolve la difficile sfida con i portoghesi che cedono solo quando restano in 10

Inter, torna il vero Lukaku. E il Porto non va di traverso

Milano - Vince anche l’Inter, ed è triplete italiano. Dopo Pioli e Spalletti, anche Inzaghi centra il successo nell’andata degli ottavi di Champions. Vedremo al ritorno, ma per ora gli altri stanno peggio di noi.

Qui stavolta non c’è il calcio scintillante del Napoli e nemmeno la vittoria alla fine semplice del Milan. C’è una squadra che soffre e rischia e segna col suo giocatore più atteso, Romelu Lukaku, al primo gol importante della sua avventura-bis in nerazzurro. Manca una manciata di minuti alla fine, il pareggio sembra già scritto, col carico di negatività che si porterebbe appresso. Cross di Barella, testa di Big Rom, palo a portiere battuto, ma tap-in proprio del belga: gol e festa nerazzurra. Stavolta i due litiganti di Genova godono insieme e con loro tutta la squadra e Inzaghi in panchina. Dicendo che fino a quel momento era Onana il migliore in campo, si fa una fotografia non severa ma giusta. Lo stile resta approssimativo, ma l’efficacia è totale. Onana para con le ginocchia e con le mani, con i piedi e con il corpo. Ma sempre si salva sui contropiede del Porto, velenosi e ripetuti, in un secondo tempo con l’Inter spinta alla ricerca rischiosa della vittoria.

È notte di Lukaku e non di LuLa, perché capitan Lautaro stecca un’altra volta un appuntamento europeo. Parte con Dzeko al fianco, arriva con Lukaku. Ma il risultato è lo stesso, non la prende mai. In partenza, Inzaghi vorrebbe aggredire, ma lo frena proprio il timore di rischiare. E così la sfida nasce ibrida, con l’Inter che macina palloni molto più lentamente di quanto servirebbe e il Porto che si adatta, ben contento che si ragioni e non si debba fare correre veloce il pallone. Certo, se dopo nemmeno un quarto d’ora proprio Lautaro avesse messo di testa in porta anziché in curva l’invito gustoso di Dimarco, la musica sarebbe stata un’altra e invece il titic-titoc, tutti ammassati o quasi in mezzo al campo, dura mezz’ora abbondante, finché sono proprio i portoghesi a bussare nell’area nerazzurra. Inter come sorpresa, di certo infastidita. Onana si salva col ginocchio su Grujic, poi Galeno lo grazia spingendo di testa oltre lo specchio della porta.

L’arbitro serbo Jovanovic fatica a controllare il nervosismo dilagante, appena le squadre si scuotono dal lungo torpore iniziale. L’Inter reclama un rigore per un presunto pestone a Darmian, il Porto contesta un fischio a Otavio lanciato in attacco.

Piovono cartellini più o meno giusti, ma a un quarto d’ora dalla fine è sacrosanto quello che manda negli spogliatoi prima del tempo proprio Otavio, al secondo giallo per un intervento fuoritempo su Calhanoglu, avanzato con l’ingresso in regia di Brozovic, nell’ultimo spicchio di partita.

Alla fine, fatti i conti, l’unica nota stonata è un altro litigio fra compagni di squadra,

questo trasmesso direttamente in eurovisione. Protagonisti, già a metà del pt, Onana e Dzeko, riedizione del faccia a faccia di Genova fra Lukaku e Barella. Qualcosa non funziona ed è meglio che qualcuno rimedi al più presto.

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