
Il sogno scudetto dell'Inter si infrange al Sinigaglia di Como: il Napoli che regola il Cagliari al Maradona e si cuce sul petto il quarto tricolore della sua storia. Il campionato dei rimpianti, per la squadra di Simone Inzaghi, pieno zeppo di occasioni perse e punti gettati via in maniera sciagurata, soprattutto negli ultimi minuti.
Così mentre Lautaro e compagni si leccano le ferite e provano a ricaricarsi in vista della finale di Champions contro il Paris Saint-Germain, a finire sul banco degli imputati è proprio il tecnico piacentino. In fondo è una vecchia legge del calcio, è all'allenatore che vengono riservate critiche quando non si vince, così come è lui che viene insignito di gloria in caso di vittorie. Ancor più succede così in Italia. Non vincere il campionato, quando hai in mano la squadra più forte diventa però una colpa troppo evidente, per non essere taciuta. Chiaramente gli impegni europei e le ben 18 partite in più rispetto al Napoli, hanno inciso nella testa della squadra. Senza contare una miriade di infortuni che hanno colpito a turno, quasi tutti gli effettivi della rosa.
Ma era così difficile per una squadra, che supera il turno contro Bayern Monaco e Barcellona, fare un punto in più di questo Napoli? Sì senza dubbio, gli azzurri sono da lodare per la compattezza e lo spirito che hanno messo in campo, ma di sicuro sono sembrati lontani parenti del Napoli, prima di Sarri e poi di Spalletti, spettacolari e dominanti nel gioco. Nelle ultime giornate, il testa a testa tra le due contendenti, è sembrata quasi una gara a chi facesse meno punti. Ma se il Napoli ha dato tutto quello, che aveva, lo stesso non si può dire per l'Inter. Ed è questo il rimpianto che Inzaghi si porterà dentro per tanto tempo. Non ci sono dubbi su questo.
La colpa più grande, che la critica attribuisce ad Inzaghi, è quella di non riuscire a trasmettere la ferocia giusta alla squadra, che troppo spesso si smarrisce nei momenti decisivi. Quel quid di cinismo e praticità che di fatto ti fa vincere i campionati. Insomma tutto quello che Antonio Conte riesce a trasmettere alle sue squadre e a quanto pare Inzaghi no. Di fatto in questa stagione si sono viste due Inter, quella bella, affamata e concentrata in Champions e quella distratta, svogliata e arruffona in Serie A.
Di sicuro in campionato i nerazzurri non sono mai stati brillanti. Si contano tantissime partite, almeno una decina in cui ha gettato al vento punti già conquistati. Soprattutto negli ultimi minuti. Le trasferte di Genova, di Monza e di Parma. Il gol vittoria di Orsolini al 95'. I due derby contro il Milan, le due sfide contro la Juventus. Senza dimenticare le partite casalinghe di questo mese contro Roma e Lazio. Tantissimi punti persi, che gridano vendetta. In mezzo anche qualche decisione arbitrale che obbiettivamente ha fatto discutere ma che non cambia il senso del discorso.
Insomma sembra proprio un dejavù nel 2022, quando fu il Milan di Pioli a beneficiare di uno scudetto per la maggioranza della critica "regalato" dall'Inter di Inzaghi. Una colpa difficile da espiare per tanti (non tutti) tifosi nerazzurri e numerosi commentatori. Ancor di più ora, che si profila una stagione da "zeru tituli".
Il tecnico piacentino ha la possibilità per cancellare ogni onta. Vincere la Champions ed entrare nella storia, un successo che farebbe passare ogni altro discorso in secondo piano. Perché pensare a quei due scudetti persi fa davvero tanto male a tutto il mondo nerazzurro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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