"Zeru tituli", ma la stagione dell'Inter è comunque positiva

La stagione dei nerazzurri si chiude con la sconfitta nella finale di Champions. Nonostante gli "zeru tituli", il lavoro di Inzaghi resta straordinario. Ecco perché

"Zeru tituli", ma la stagione dell'Inter è comunque positiva
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Il sogno dell'Inter di conquistare la Champions League sfuma ancora una volta in finale. Dopo la sconfitta ad Istanbul contro il Manchester City nel 2023, i nerazzurri cedono contro il Paris Saint-Germain a Monaco di Baviera.

L'incubo "zeru tituli" che aleggiava sulla stagione della squadra di Simone Inzaghi si è purtroppo materializzato per la disperazione di tutti i tifosi nerazzurri. Ma è davvero tutto da buttare quello che ha mostrato l'Inter quest'anno? Inzaghi merita davvero così tante critiche? Perché se il campionato, servito su un piatto d'argento al Napoli, lascia tanti rimpianti, lo stesso non si può dire per il cammino in Champions. Proviamo dunque a guardare il tutto da un'angolazione diversa.

Se l'Inter è arrivata ancora una volta a un passo dal successo in Europa, il merito va dato esclusivamente a Inzaghi. Sin dall'inizio della sua esperienza nerazzurra, il tecnico piacentino ha sempre pensato che la squadra potessero giocarsi le sue chances contro quelle squadre che ogni anno partono con l'obbiettivo di vincere la Champions. Fu così anche il primo anno, quando l'impresa di Anfield non bastò per passare il turno contro il Liverpool. Quella vittoria inutile, insieme alla finale persa contro il Manchester City, però è servita per dare consapevolezza a tecnico e giocatori, in un continuo crescendo, passo dopo passo. Sono quelle due delusioni, che hanno consentito all'Inter di ripresentarsi ancora lì al tavolo delle più forti. Ma come guastafeste non come favorita. Per questo perdere in finale, seppur doloroso, non può essere un dramma per la Beneamata.

Quest'anno a dire il vero i nerazzurri sono sembrati centrati esclusivamente sulla Champions. Se il campionato, si è materializzato come la fiera delle occasioni perse, fuori dai confini nazionali l'Inter ha fatto sempre il massimo. Quando il livello si è alzato, dai quarti col Bayern Monaco e in semifinale col Barcellona, la squadra ha saputo tirare fuori sempre la giusta determinazione. Se riesci a competere tutti gli anni contro avversari più forti, va dato il giusto merito all'allenatore. Ancora di più per chi come Inzaghi si trova sempre sotto esame, nonostante lo straordinario lavoro di questi anni.

Criticato e sottovalutato in Italia, ammirato e ambito all'estero, il trattamento riservato dalla gran parte dei commentatori a Inzaghi andrebbe infatti studiato con grande attenzione. La logica del cosiddetto "palo dentro, palo fuori" diventa una glorificazione eccessiva o una colpa da espiare quando si tratta del tecnico piacentino. Difficile da spiegare ma è così. Chi tifa Inter e ha una certa età difficilmente ricorderà che i propri beniamini abbiano mai giocato così bene, come sotto la sua guida.

Il canovaccio difesa e contropiede, il filo conduttore che unisce la storia interista dal mago Herrera passando per Trapattoni e Mourinho, con Inzaghi in panchina, è stato riposto in soffitta. Lautaro e compagni non rinunciano mai a fare la partita, alternando blocco basso e difesa più alta. In tutte le occasioni la squadra dimostra sempre cosa fare, rappresentando il giusto mix tra calcio all'italiana e principi di gioco moderno. E se fare ciò in Serie A può apparire più semplice, vista la superiorità tecnica, giocarsela con i top club europei, testimonia la reale forza dell'Inter.

Nonostante la sconfitta, il lavoro compiuto da Inzaghi in questi anni a Milano troverà forse la giusta considerazione quando il tecnico piacentino non sederà più sulla panchina nerazzurra. Non è detto sia un giorno lontanissimo, visto il corteggiamento serrato dell'Al-Hilal. Prima bisognerà aspettare l'incontro con la società che svelerà gli scenari futuri.

Due finali di Champions sono un risultato incredibile, se si pensa che è accaduto soltanto tre volte in cinquant'anni di Inter. Di sicuro tutti i tifosi sperano nella sua permanenza. Un legame così autentico non può finire sul più bello.

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