
Nulla di inatteso, semmai una morte per agonia. Perdendo in casa con l’Atalanta la sua 24esima partita stagionale, il Monza torna là dove ci era rimasta per 110 anni: lontana dalla Serie A. Tanto ci aveva messo la squadra Brianzola per raggiungere la massima serie, quando le casse dello stadio ripetevano orgogliosamente il “per forza, io sono del Monza, non andremo mai in Serie A”. Motivo di vanto e rassegnazione al tempo stesso, mutuando la frase di Renato Pozzetto e del suo “Agenzia Riccardo Finzi”.
Storie di un’altra era calcistica, quella su cui è stata passata una pennellata di bianco il 28 settembre 2018, giorno dopo il quale il Monza non sarà più lo stesso. A neanche 24 ore dal suo 82esimo compleanno, Silvio Berlusconi si regala il club del cuore di Adriano Galliani, dirigente accanto al quale ha vinto al Milan 31 trofei. Galliani sa che Nicola Colombo (figlio dell’ex presidente Milan, Felice) dopo aver salvato il Monza dal fallimento è disposto a vendere e ne parla a Berlusconi: “Adriano: vai e fai”, gli dice il presidente. Il Monza è in C ma l’obiettivo di Fininvest è da subito la Serie A. Marco Zaffaroni, allenatore che fu capitano del Monza che sfiorò la B un decennio prima, è messo da parte e al suo posto arriva l’ex rossonero Christian Brocchi.
L’8 maggio 2019 il Monza di Berlusconi può togliersi la prima soddisfazione, ma nel recupero a Viterbo vede sfumare la Coppa Italia di Serie C. Ma il dato è tratto e quando in B il Monza ci arriva, al primo anno dice addio all’aggancio diretto alla A solo nei playoff contro il Cittadella (all’andata, 3-0 con tripletta dell’ex interista Baldini, poi vano 2-0 al ritorno). È già il Monza delle stelle, di quelli che si sono già presi un posto al sole nel calcio che conta: Kevin Prince Boateng, Mario Balotelli, acquistato il giorno stesso del compleanno del presidente Paolo Berlusconi (Silvio lo diverrà solo ad A acquisita). Il mantra è sempre lo stesso: l’avventura in Brianza era iniziata con lo slogan “Sarà romantico” e le ricorrenze hanno un valore: l’8 ottobre ’22 il centro sportivo Monzello è intitolato alla memoria di Luigi Berlusconi, padre di Silvio e Paolo. In quella stessa data, nel 1955, la tv scoprì il calcio con un Simmenthal Monza-Verona di Serie B. Per attendere la Serie A in tv, si sarebbe atteso il weekend successivo.
Romantico sì, ma se sei il Monza di Berlusconi non puoi limitarti a qualche coincidenza evocativa. È così che il secondo anno di B è quello buono: il Monza, allenato da Giovanni Stroppa, ha un primo match point a Perugia, ma il 6 maggio 2021 a 5’ dalla fine Ferrarini fa gioire gli umbri, impedisce al Monza in passaggio diretto in A e li condanna ai playoff. Incassato il colpo, il Monza arriva alla finalissima in casa del Pisa, avversario per antonomasia, che al Monza di capitan Zaffaroni tolse l’accesso alla B in una contestata finale spareggio nel 2007. Gli spettri sono lì ad attendere i brianzoli, che all’Arena Garibaldi sono sotto 2-0 dopo 9’, il 29 maggio 2022. La rimonta si completerà nei supplementari e regalerà una data indelebile al credo biancorosso, con la conquista della prima storia Serie A. Silvio Berlusconi è negli spogliatoi dello stadio Anconetani, Galliani (stravolto dalla gioia) dirà di aver visto i suoi occhi brillare come quella volta solo nel 4-0 del Milan allo Steaua, nella finale della prima Coppa Campioni vinta in rossonero dal duo più vincente della storia del calcio.
È così che il Monza approda in A, ma dopo 7 giornate Stroppa è messo da parte: un pareggio e solo sconfitte valgono l’esonero. È tempo del debuttante Raffaele Palladino, sin lì allenatore delle giovanili: tutti pensano a un traghettatore, Galliani assicura: “È un predestinato” e scomoda la scommessa fatta a suo tempo con Arrigo Sacchi. Palladino esordisce in A da allenatore battendo la Juventus e consegnando il primo successo di sempre del Monza in A. Nella stagione del debutto, la cenerentola Monza espugnerà San Siro (0-1 all’Inter) e gli imporrà il pari in Brianza, batterà la Juve anche al ritorno e fermerà il Napoli poi scudettato. Solo a 90’ dalla fine del campionato vedrà svanire il sogno di accedere alla Conference League, nella stagione del debutto in A: se non un record, poco ci manca. Il Monza lancia nel calcio che conta tanti talenti: passano da Monzello gli ormai ex sconosciuti Davide Frattesi e Carlos Augusto, Michele Di Gregorio e Andrea Colpani. La seconda stagione di A parte con le medesime premesse e analoghi risultati e Silvio Berlusconi apre alla possibilità di partner per affiancare Fininvest alla gestione del club: si parla di RedBull e la damigella del calcio italiano sembra far gola anche ai petrodollari di investitori arabi.
Poi la morte di Silvio Berlusconi, il 12 giugno 2023, è uno schiaffo che sveglia tutta Monza dal suo sogno. Si rincorrono interrogativi sulle sorti del club, ma di risposte certe non ce ne sono: l’incertezza amplifica i dubbi, si fa la voce dell’armatore greco Marinakis come possibile acquirente. Il Monza non ha più il viso divertito di cappuccetto rosso mentre raccoglie margherite, ma ad ogni passo che avanza ha lo sguardo perso di chi si addentra nel bosco. La vendita di alcuni pezzi pregiati sembra confermare i timori di dismissione: via Palladino, via Carlos Augusto e Di Gregorio, via Colpani. Il Monza sembra chiudere con Marco Baroni, ma quando tutto sembra fatto la Lazio ha la meglio. C’è Nesta a prendere il testimone, altro debuttante in panchina, almeno in A.
La musica è cambiata e il Monza non si schioda dal fondo: via Nesta, arriva Bocchetti, ma la toppa è peggio del buco. Non solo il Monza non vince, ma il mercato di gennaio dissangua ulteriormente la cenerentola della classifica: partono Pablo Marì, Maldini, Bondo, i punti di forza.
Nesta torna al posto di Bocchetti, ma cambiando l’ordine degli allenatori il risultato non cambia. E si trascina fino ad oggi, al primo risveglio di un Monza che sognava la Champions League – come intonava la curva - e che invece si ritrova in B.