L’ambizione di Napoli e Roma passa dai rispettivi nove. Uno, Hojlund, da trascinatore è diventato un fantasma in area di rigore. La stagione dell’altro, Dovbyk , non è mai di fatto decollata. L’attaccante del Napoli, arrivato a fine mercato estivo per non far rimpiangere lo stop di Lukaku, aveva segnato otto gol in poco più di mese tra Serie A, Champions e Nazionale, poi l’infortunio a metà ottobre lo ha fermato nel momento migliore e non ha più restituito a Conte la versione esplosiva del danese. Nelle gare contro Como ed Eintracht è apparso ancora privo dello scatto bruciante e con una condizione approssimativa che incide sulla sua capacità di attaccare la profondità.
Se a questo aggiungiamo l’assenza di De Bruyne, un partner creativo di assist al millimetro per un finalizzatore che vive di passaggi filtranti (non a caso l’ultimo gol
di Rasmus è arrivato il 5 ottobre contro il Genoa, l’ultima gara del belga) ma anche la bravura dei difensori affrontati - vedi l’esperto e roccioso Koch dell’Eintracht - , ecco che il quadro è più completo. Oggi Hojlund sfiderà il Bologna, già colpito ai tempi dell’Atalanta nel 2023, e il tecnico del Napoli (che probabilmente schiererà lo stesso undici di Champions) gli chiede di fare un lavoro diverso in campo per tornare a colpire. Il resto lo faranno i minuti giocati anche nelle qualificazioni mondiali con la Danimarca duramte la sosta della A.
A Roma l’ucraino Dovbyk non ha invece mai visto la luce in un inizio di stagione da dimenticare. Appena 552 minuti giocati e solo due centri con Verona e Parma, mentre in Europa un digiuno che dura da un anno e l’onta del doppio errore sullo stesso rigore tirato due volte. L’anno scorso aveva giocato di più e contava già sei gol a questo punto
della stagione, ora tra sprazzi e ricadute, il percorso è stato tutto in salita: un passo avanti e due indietro - vedi il gol clamoroso sprecato contro l’Inter - . La situazione nel suo Paese certo non aiuta, ma è la costanza il vero tallone d’Achille del centravanti, sempre più l’ombra di quello che nel Girona fu il capocannoniere della Liga.
Oggi, con Gasperini che rispetto al Milan reinserirà Pellegrini titolare, una nuova occasione contro l’Udinese, squadra alla quale nell’ultimo campionato fece gol sia all’andata in casa che al ritorno. Un buon viatico per il rilancio?