Tango, un gioco da ragazze

La Svezia fa l’impossibile: eliminate le campionesse Usa. L’Olanda ai quarti senza sbavature

La seconda tornata degli ottavi riscrive una storia che pareva intoccabile: così, mentre l’Olanda chiude agilmente la pratica Sudafrica, gli Usa, dopo 16 anni, sono fuori di Mondiali, perché la lotteria dei rigori sorride alla Svezia del muro Mušović

La Svezia risponde all'appuntamento più complesso ed elimina le campionesse Usa (via Fifa)
La Svezia risponde all'appuntamento più complesso ed elimina le campionesse Usa (via Fifa)

Gli Usa, alla chiamata degli ottavi di finale, sono eliminati dai Mondiali d’Australia e Nuova Zelanda. Una notizia alla quale, non fosse comprovata oltreché dal campo e dall’incontenibile gioia della Svezia anche dalle telecamere, stenteremmo a credere. Invece, le gialloblu di Gerhardsson spediscono a casa le americane ai rigori e si qualificano ai quarti, assieme ai Paesi Bassi che, senza troppi pensieri, accantonano la pratica Sudafrica. L’appuntamento sarà l’11 di agosto: le olandesi affronteranno la Spagna, mentre per la Svezia sarà il turno del Giappone. Spettacolo assicurato.

Paesi Bassi a testa alta

L’Olanda, alla terza partecipazione alla fase ad eliminazione diretta d’una Coppa del Mondo (dopo il 2015 ed il 2019 – e, fun fact, in entrambi i casi si era ritrovata il Giappone), ha allo storico ben otto precedenti contro il Sudafrica: ma questa di Sydney è la prima sfida al torneo iridato, e il Sudafrica, senz’altro sfavorito, vola sulle ali dell’entusiasmo per una fase a gironi – che è già storia – gestita magistralmente dal comparto di Desiree Ellis. Tutto come da pronostico, alla fine: Jill Roord, prima giocatrice olandese a segnare 4 gol nelle fasi finali d’un Mondiale, nel primo tempo e Lineth Beeresteyn nel secondo chiudono la pratica, e l’Olanda vola ai quarti.

Jill Roord
Jill Roord si porta a casa il pallone, e conduce le sue Oranje ai quarti (via Fifa)

Il team Oranje di Jonker parte forte, col solito buon palleggio, e riesce a chiudere le Banyana a trazione Kgatlana nella propria metà campo. È subito al 9’, dagli sviluppi d’un corner battuto da Spitse, che l’Olanda apre le danze: la testa di Martens colpisce a botta sicura, la conclusione è temporaneamente murata fino all’arrivo fulmineo di Jill Roord, che, dopo la doppietta personale col Vietnam, ribadisce il suo valore, con un tap-in facile facile soltanto da spingere oltre la riga di Swart. Il Sudafrica, un po’ sfortunato con due cambi obbligati (out Seoposenwe e Mbane per infortunio) spesi nel primo tempo, mostra, nonostante le difficoltà, gran personalità e si trova ad impensierire Daphne van Domselaar in due occasioni d’oro, al 46’ e al 71’: in entrambi i casi, l’estremo difensore classe 2000, ex Twente e nuovo acquisto dell’Aston Villa, risponde prontamente. Al 68’, è Lineth Beerensteyn a scrivere il proprio nome sul tabellino: la numero 7 di casa Juve, servita da Martens in profondità, scatta e calcia un tiro in realtà debole che però sfugge ai guantoni di Swart e scivola inesorabilmente in porta.

La Svezia fa l’impossibile: Usa out ai rigori

È la prima gara degli ottavi a concludersi ai rigori, quella di Melbourne tra Svezia e Stati Uniti. In una sorta di Clásico dei Mondiali al femminile – perché le due formazioni si sono incontrate, nel torneo, già sette volte, anche se sempre nella fase a gironi – le gialloblù di Peter Gerhardsson, con una gara decisamente sopra le righe di Zećira Mušović (ben 11 gli interventi, di cui almeno 5 determinanti ed un paio miracolose, dell’estremo difensore del Chelsea), resistono all’aggressività statunitense e la decidono alla lotteria dei rigori. Non soltanto un modo di dire, quello della lotteria, perché ben cinque errori dal dischetto ribaltano una situazione inizialmente quasi comoda per le ragazze a stelle e strisce dell’icona Rapinoe, e sanciscono l’eliminazione degli Usa dal Mondiale: non succedeva dal 2007 e, per la prima volta, non succedeva prima delle semifinali.

Rolfö e Mušović
Le due protagoniste indiscusse dell'impresa svedese, Rolfö e Mušović (via Fifa)

Così, quando Stéphanie Frappart fischia la fine dei supplementari, sono i volti di Mušović e Naeher i più attenzionati in campo. Le prime battute dal dischetto delle specialiste – Sullivan e Horan per gli Usa, Rolfö e Rubensson per la Svezia – sono impeccabili, perché tutte e quattro trovano un tiro potente ed estremamente angolato; quando poi a Mewis, che spiazza il portiere olandese, segue l’errore di Nathalie Björn, che spara sopra la traversa, la panchina di Vlatko Andonovski sembra acquisire fiducia. Alla chiamata, allora, risponde Rapinoe: sembra tutto pronto, ma la leader Usa, nel clamore generale, sventaglia alto senza centrare la porta. Ancora parità: si presenta Blomqvist, forza fresca subentrata a Blackstenius ai supplementari, ma è parata da Naeher; la succede Sophia Smith e ci si chiede cosa stia succedendo – la palla finisce fuori, larga e lontana da Mušović. La Svezia ha una sola chance, quando si presenta la 2002 Hanna Bennison dal dischetto: stavolta, è gol. Si prosegue ad oltranza. Gli Usa scelgono Alyssa Naeher e il portiere del Chicago Red Stars porta in vantaggio le sue: finché non arriva capitan Eriksson a ristabilire l’equilibrio. “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”: chissà se l’avrà pensato Kelley O’Hara, quando, nel momento topico del braccio di ferro, prova a piazzare un pallonetto angolatissimo che si schianta sul palo. Tutto nei piedi di Lina Hurtig: la svedese ex Juve, tira una sassata per non sapere né leggere né scrivere che Naeher riesce inizialmente a tenere, spazzando in due tempi: è incertezza, se la palla sia entrata o meno dopo il primo tocco sulle manone del portiere degli States che si piegano all’indietro. Stéphanie Frappart, faccia a faccia con Lina Hurtig, attende il check: gol convalidato, e la Svezia può volare.

Lina Hurtig
L'esplosione di gioia di Lina Hurtig alla convalida del rigore decisivo per il trionfo della Svezia (via Fifa)

I tabellini delle gare

PAESI BASSI 2 – 0 SUDAFRICA

PAESI BASSI (3-5-2): Van Domselaar, Van der Gragt, Spitse, Janssen, Roord (90’+2’ Snoeijs), Van de Donk (75’ Egurrola), Groenen, Pelova (88’ Wilms), Brugts (88’ Casparij), Beerensteyn, Martens (90’+2’ Baijings). A disp.: Kop, Weimar, Nouwen, Jansen, Dijkstra, Kaptein. All. Andries Jonker

SUDAFRICA (4-2-3-1): Swart, Ramalepe, Matlou, Dhlamini, Mbane (42’ Makhubela), Gamede, Magaia (90’+2’ Cesane), Motlhalo (90’+2’ Kgadiete), Seoposenwe (30’ Shongwe), Biyana, Kgatlana. A disp.: Dlamini, Moletsane, Magama, Salgado, Holweni, Kgoale. All. Desiree Ellis

Marcatori: 9’ Roord (P), 68’ Beerensteyn (P)

Ammoniti: 67’ Van de Donk (P)

Arbitro: Yoshimi Yamashita (Giappone)

SVEZIA (5) 0 – 0 (4) USA

SVEZIA (4-2-3-1): Mušović, Andersson, Eriksson, Ilestedt, Björn , Asllani (81’ Hurtig), Angeldal (97’ Bennison), Rolfö, Kaneryd (81’ Jakobsson), Rubensson, Blackstenius (112’ Blomqvist). A disp.: Falk, Enblom, Sembrant, Lennartsson, Sandberg, Janogy, Seger, Schough. All. Peter Gerhardsson

USA (4-2-3-1): Naeher, Ertz, Dunn, Fox (120’ O’Hara), Horan, Smith, Sonnett (120’ Mewis), Sullivan, Rodman (66’ Williams), Morgan (99’ Rapinoe). A disp.: Murpghy, Kingsbury, Sanchez, Huerta, Thompson, Demelo, Cook. All. Vlatko Andonovski

Rigori: Sullivan (U), Rolfö (S), Horan (U), Rubensson (S), Mewis (U), Bennison (S), Naeher (U), Eriksson (S), Hurtig (S)

Ammoniti: 49’ Asllani (S), 119’ Ertz (U)

Arbitro: Stéphanie Frappart (Francia)

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