L'Italia sconfitta in dieci minuti: batosta dalla Svezia sul velluto

L’Italia di Milena Bertolini parte forte ma la fisicità svedese si fa sentire e punisce, in dieci minuti, le mancanze azzurre: Ilestedt per due volte, Svezia letale da dieci e lode

Tutta la fisicità e la qualità della Svezia nel match di Wellington (via Fifa)
Tutta la fisicità e la qualità della Svezia nel match di Wellington (via Fifa)

"Senza presunzione ma senza paura": è un po' il mantra dell’Italia che scende in campo contro la Svezia, nello scontro diretto più atteso del gruppo G. Il peso specifico del team di Peter Gerhardsson è notevole, in termini di storico della propria rappresentativa, e la statistica (anche se, in questo caso, si tratta del primo incontro in una Coppa del Mondo) non è certo dalla parte delle Azzurre; ma, si sa, nel calcio le leggi che governano il destino sono ben altre. Perché il pareggio inatteso dell’Argentina, ottenuto con una rimonta tutta d’orgoglio, ha dato una smazzata alle carte in tavola e un buon assist all’Italia, regalando un margine più ampio ed aperto per la qualificazione agli ottavi di finale.

La Svezia si ripresenta nell’assetto di partenza contro il Sudafrica, mentre la ct Bertolini sceglie, per l’Italia, di confermare le giovanissime già vista contro l’Albiceleste sostituendo Valentina Giacinti con Sofia Cantore, con l’undici più giovane in assoluto: 25 anni e 129 giorni è la media delle giocatrici in azzurro a partire dal fischio d’inizio.

E la Svezia (tre volte) bussò

L’Italia affronta le avversarie, su carta favorite, con lo spirito di chi si gioca una sorta di finale o di chi, in fondo, non abbia granché da perdere ma tanto da dimostrare. Fino alla mezz’ora, il possesso è ben gestito dalle Azzurre, con un eccellente lavoro a centrocampo di Dragoni e Giugliano, che trovano dei buoni break per aprire canali interessanti tra le linee, spesso cercando Cantore sulla fascia (che lavora bene nelle due fasi, con intelligenti rientri in copertura) e appoggiandosi a Beccari e Bonansea. Elena Linari, che aveva suonato la carica alla vigilia, punto di riferimento per il comparto difensivo – ma anche complessivamente per il morale della squadra – azzurro, è muro invalicabile per Stina Blackstenius: “Linus” o ancor più “The Wall”, perché l’attaccante dell’Arsenal passa i primi trenta minuti del parziale di gioco a tentar di strappare senza mai superare davvero la numero 5 toscana, che ad un certo punto arriva un po’ dappertutto.

Azione
Giulia Dragoni, classe 2006, alla seconda da titolare in azzurro (via Figc)

Al 29’, esce momentaneamente Di Guglielmo per una probabile contusione minore alla caviglia: nel frattempo la Svezia tira fuori gli artigli – un po’ troppi, forse, i falli, con un pressing forzato – e riesce ad ottenere un paio di tentativi a rete, neutralizzati da Durante. Gran fiducia tra le Azzurre, finché di nuovo arriva Amanda Ilestedt, che aveva regalato al 90’ i primi tre punti alle svedesi: è il 39’ e sugli sviluppi di corner strettissimo, la specialista numero 13 stacca benissimo, anticipa e trafigge i guantoni dell’estremo difensore italiana. Italia temporaneamente in tilt: al 42’, Di Guglielmo sbaglia un retropassaggio di fatto regalando a Blackstenius la via in solitaria verso la porta: Francesca Durante, con personalità assoluta, interviene in uscita con gran coraggio, negando un gol quasi già fatto. Di nuovo da corner, però, l’Italia cade ed è un tracollo: prima Rolfö, che deve solo appoggiare, poi Blackstenius in tap-in dopo uno scambio in velocità, neanche due minuti dopo il raddoppio. Una batosta mentale.

Fridolina Rolfö
Il secondo gol che incrina le speranze italiane è di Fridolina Rolfö (via Fifa)

Il sorpasso

L’Italia rientra senza cambi, ma reagire ad un colpo così duro è complicato: ancora da corner (la maledizione di giornata), dopo soli 5’ della ripresa, Ilestedt punisce ancora il team azzurro, adesso mentalmente ko – che perde distanze, precisione ma anche determinazione contro una Svezia che viaggia sul velluto. C’è timore ad avanzare verticalmente, i passaggi si fanno meno fitti e la costruzione è rallentata, quando non inesistente; la Svezia è invece aggressiva e vola sull’onda d’una vittoria totale. Bertolini decide allora di cambiare, e non può essere altrimenti se le Azzurre vogliono rendere meno amara la sconfitta: così, dentro Lenzini al posto di Di Guglielmo, Greggi per Dragoni e Serturini a sostituire Bonansea, forse anche per preservarne la presenza nell’ultimo match col Sudafrica perché l’unica assieme a Caruso già ammonita alla prima chiamata di Auckland.

Amanda Ilestedt
Amanda Ilestedt, difensore del PSG, è attualmente capocannoniere assoluta del Mondiale (via Fifa)

La reazione italiana, come prevedibile, stenta ad arrivare, nonostante le forze fresche messe in campo provino a scuotersi di dosso la fatica mentale d’una sconfitta così sonora e pesante. Peter Gerhardsson fa fare alle sue quel che meglio sanno: controllare, attendere, ferire. Qualche spunto arriva da Serturini, che, ad esempio al minuto 85, mette Cantore nelle condizioni di servire Giacinti al suo primo pallone: girata complessa, la palla si alza sopra la traversa di Musovic. Ma la partita è già finita, e forse ben prima del 50' e ben prima del gol della manita di Blomqvist, subentrata a Blackstenius, nei 5’ di recupero finali: il triplice fischio della direttrice di gara gallese Cheryl Foster pone soltanto l'ufficialità su una sconfitta difficile da digerire, ma dalla quale è necessario riprendersi - perché la qualificazione resta a due passi. Per ora, è game set match.

L'analisi della sconfitta

"Ho detto alle ragazze semplicemente che devono tenere la testa alta e partire dalle cose belle di questa partita", cerca di rassicurare Milena Bertolini in post-partita "Abbiamo fatto ottimi 30 minuti, in cui abbiamo messo in difficoltà la Svezia - poi abbiamo sbagliato e abbiamo subito sui calci d’angolo. Abbiamo subito due gol così e non siamo rimaste unite, siamo crollate e non siamo state in grado di rientrare in partita". “Sappiamo - e sapevamo già - che la Svezia è una squadra forte, come sapevamo che il passaggio si sarebbe deciso all'ultimo: questa partita non vanifica il lavoro fatto, ma dobbiamo credere ancora nelle nostre qualità. Possiamo farcela. Dobbiamo ripartire dalle cose positive che abbiamo fatto, bisogna migliorare sui corner, sulle palle inattive; ma sono fiduciosa”.

Bertolini
Milena Bertolini a colloquio con Chiara Beccari (via Figc)

Il tabellino del match

Gruppo G

SVEZIA 5 – 0 ITALIA

SVEZIA (4-2-3-1): Musovic, Andersson, Eriksson, Ilestedt, Bjorn, Asllani (62’ Janogy), Angeldal, Rolfö (62’ Schough), Kaneryd (75’ Jakobsson), Rubensson (75’ Seger), Blackstenius (86’ Blomqvist). A disp.: Falk, Enblom, Sembrant, Lennartsson, Sandberg, Hurtig, Bennison. All. Peter Gerhardsson

ITALIA (4-2-3-1): Durante, Di Guglielmo (59’ Lenzini), Linari, Boattin, Salvai, Giugliano, Bonansea (59’ Serturini), Beccari (75’ Giacinti), Dragoni (59’ Greggi), Caruso (71’ Cernoia), Cantore. A disp.: Giuliani, Baldi, Severini, Orsi, Girelli, Glionna, Bartoli. All. Milena Bertolini

Marcatrici: 39’ Ilestedt (S), 44’ Rolfö (S), 45’+1’ Blackstenius (S), 50’ Ilestedt (S), 90’+5’ Blomqvist (S)

Arbitro: Cheryl Foster (Galles)

I tabellini delle altre di giornata

Gruppo F

FRANCIA 2 – 1 BRASILE

FRANCIA (4-3-3): Peyraud-Magnin, Lakrar, Renard, Karchaoui, Perisset, Toletti, Geyoro, Dali (87’ Le Garrec), Le Sommer (65’ Becho), Diani, Bacha. A disp.: Durand, Picaud, Fazer, De Almeida, Majri, Matéo, Tounkara, Asseyi, Feller, Cascarino. All. Hervé Renard

BRASILE (4-4-2): Leticia, Antônia (85’ Monica), Rafaelle, Tamires, Lauren, Launa, Adriana (80’ Beatriz Zaneratto), Ary Borges (85’ Ana Vitória), Kerolin, Debinha (85’ Marta), Geyse (61’ Andressa). A disp.: Bárbara, Camila, Kathellen, Bruninha, Duda Sampaio, Angelina, Gabi Nunes. All. Pia Mariane Sundhage

Marcatrici: 17’ Le Sommer (F), 58’ Debinha (B), 83’ Renard (F)

Ammonite: 11’ Dali (F), 29’ Toletti (F), 44’ Luana (B), 69’ Karchaoui (F)

Arbitro: Kate Jacewicz (Australia)

Gruppo F

PANAMA 0 – 1 GIAMAICA

PANAMA (4-2-3-1): Bailey, Natis, Castillo, Pinzón, Salazar (46’ Quintero), Baltrip-Reyes (87’ Jaén), Emily Cedeño, Gonzalez (78’ Montenegro), Cox, Lineth Cedeño (65’ Riley), Tanner. A disp.: Fábrega, Córdoba, Mills, Vargas, Espinosa, Batista, Hernández, De Obaldia. All. Ignacio Quintana

GIAMAICA (4-1-4-1): Spencer, Chantelle Swaby, Blackwood, Cameron (87’ Wiltshire), Allyson Swaby, Sampson, Spence, Primus (87’ McNamara), Brown (80’ Washington), Carter (65’ Matthews), McKenna (80’ Simmonds). A disp.: Schneider, Brooks, Plummer, Solaun, Van Zanten, Bailey-Gayle. All. Lorne Donaldson

Marcatrice: 56’ Allyson Swaby (G)

Ammonite: 13’ Emily Cedeño (P), 18’ Salazar (P), 31’ Blackwood (G)

Arbitro: Kateryna Monzul' (Ucraina)

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