Calcio

Finale Champions, le pagelle dei nerazzurri

La squadra di Inzaghi gioca alla pari, se non meglio per larghi tratti, del Man City degli extraterresti. Dimarco e Barella su tutti, Lautaro pecca di egoismo, Lukaku di freddezza

Finale Champions, le pagelle dei nerazzurri

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Manchester City-Inter, le pagelle della finale Champions

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L'Inter esce sconfitta, ma a testa altissima dalla finale Champions contro il City di Guardiola. Chi attendeva un dilagante dominio dei mancuniani è rimasto senz'altro deluso: Inzaghi ha schierato una squadra lucida e coraggiosa, sempre dentro la partita e francamente meritevole di approdare quantomeno ai supplementari. Spiccano tra i nerazzurri le prestazioni degli indemoniati Dimarco e Barella, in positivo. Manca la spinta di Dumfries a destra e pesano come macigni gli errori offensivi di Lautaro - egoista quando dovrebbe servire Lukaku tutto solo in area, e invece conclude da posizione defilata - e dello stesso Romelu, che gira di testa addosso a Ederson il pallone del pareggio. Perdere di misura con tre palle gol gigantesche fa malissimo.

INTER

Onana 6: para d'istinto su Haaland che calcia da due passi, poi vigila sicuro nella prima frazione. Cincischia sanguinosamente su un rinvio a inizio ripresa, ma se la cava. Salva su Foden al 77', e non è poco. Qualche brivido, ma puoi contarci.

Bastoni 6,5: Bernardo Silva che gravita dalle tue parti non è mai una notizia simpatica. Gli scappa Haaland al 27' e per poco non segna. Lo chiude con freddezza monumentale nella ripresa. Dal 75' Gosens 6,5: entra in due monumentali azioni da gol, prima con un assist, poi con l'ultima girata di testa. Avrebbe meritato miglior sorte. Penetrante.

Acerbi 6: fronteggia Haaland mettendoci mestiere e carisma per colmare il gap di kg e centimetri. Alla lunga lo doma, e non era per nulla scontato. L'usato sicuro.

Darmian 6: quelli del City rischiano si sbucare da tutte le parti, ma ormai da braccetto se la cava egregiamente. Zittisce chi pensava che Haaland e compagni se lo sarebbero sorseggiato. Affidabile. Dall' 83' D'Ambrosio 6: entra per spingere nel finale, ha pochi minuti per incidere.

Dumfries 5: ha spazio per avanzare, ma smarrisce lucidità quando deve fendere negli ultimi metri. Soffre su Grealish, che gli ruba spesso il tempo. Dal 75' Bellanova 6: il ragazzino entra con personalità e piazza un paio di cross in mezzo, senza fortuna. Battesimo promettente.

Barella 6,5: elettrico e calcisticamente onnivoro come sempre, si sbatte nel mezzo e prova a strappare in avanti. Conclude, lotta, non smette di addentare il match fino all'ultimo secondo utile. Indomabile.

Brozovic 6,5: ruba palloni in sequenza a inizio gara, poi gestisce mettendo in ghiaccio il gioco appena può e tratteggiando uscite palla sicure, pur nel traffico di maglie celesti intorno a lui.

Calhanoglu 6: Vorrebbe incidere nella sua terra d'origine, ma ci riesce relativamente. Qualche buona intuizione, ma in mezzo al campo soffre la verve di Rodri e compagni. Dall'83' Mxit'aryan 6: prova a danzare sul pallone, ma il tempo per cambiare l'inerzia del match non è sufficiente.

Dimarco 7: affonda spesso sulla fascia sinistra, tenendo costantemente impegnato il suo dirimpettaio. Deve contendere il pallone a Bernardo e non è una passeggiata nel parco, ma resta intenso e lucido per tutto il tempo. Centra la traversa e poi Lukaku sfiorando il pareggio nella ripresa. Sfortunatissimo. Lottatore inesauribile.

Dzeko 6: profondità, gestione della palla, sportellate. La porta però non riesce mai a vederla. Dal 56' Lukaku 5,5: subito reattivo, sempre a scappare in profondità. Lautaro non lo serve quando potrebbe spingerla dentro, ma lui c'era. Prova la conclusione qualche istante dopo, ma la respinta è facile per Ederson. Pesa come un macigno il gol divorato nel finale, quando gira di testa addosso al portiere.

Lautaro 5,5: è subito il più attivo davanti, anche se sbatte contro l'organizzazione del City. Non serve Lukaku tutto solo in area e tira al 58', vanificando una delle migliori chance per l'Inter. Un errore imperdonabile.

All. Inzaghi 6,5: poco da dire. Gioca alla pari, se non meglio per lunghi tratti, di una squadra che stando ai bookmakers avrebbe dovuto dilagare. Schiera i suoi con coraggio e ambizione. Francamente avrebbe strameritato di andare almeno ai supplementari.

Flirt costante con le coppe, malgrado la sconfitta.

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