Calcio

Morto Vincenzo D'Amico, campione d'Italia con la Lazio nel 1974, poi dirigente e commentatore tv

Ex centrocampista offensivo e bandiera della Lazio, con cui si era laureato campione d’Italia nel 1973-74, dopo aver smesso di giocare aveva fatto l'allenatore, il dirigente sportivo e, negli ultimi anni, il commentatore in tv. Era malato da tempo

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Morto Vincenzo D'Amico, campione d'Italia con la Lazio nel 1974, poi dirigente e commentatore tv

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Mondo del calcio italiano in lutto. Vincenzo D’Amico, campione d’Italia con la Lazio nel 1973-74 (con Giorgio Chinaglia) è morto oggi. Avrebbe compiuto 69 anni il prossimo 5 novembre. Malato da tempo, lo scorso maggio aveva pubblicato un post in cui rendeva noto che stava lottando contro la malattia oncologica che lo aveva colpito un paio di anni fa.

Dopo diciotto lunghi anni di carriera come calciatore, aveva tentato una nuova vita come allenatore, nel settore giovanile, e poi come dirigente sportivo. In seguito si era visto spesso, in diverse tv, come commentatore sportivo, mettendosi in evidenza per acume tattico, nelle analisi, pacatezza e simpatia.

Centrocampista offensivo, con il "vizietto" del gol e degli assist, D'Amico in campo era molto apprezzato anche per il piede, ben educato, e la bravura nei calci di punizione. Per lui 358 presenze con le maglie di Lazio, Torino e Ternana, e 61 gol messi a segno.

L'esordio giovanissimo e lo scudetto a 20 anni

D'Amico esordì con la Lazio non ancora diciottenne, il 21 maggio 1972, nella partita casalinga contro il Modena. Dopo pochi mesi, il 5 ottobre, un terribile infortunio ai legamenti del ginocchio capitatogli durante un'amichevole lo costrinse a saltare tutta la stagione. Dopo il recupero tornò con più voglia e forza di prima e Tommaso Maestrelli, allenatore della Lazio, lo inserirì tra i titolari, dandogli un preciso compito: rifornire di assist il super bomber biancoceleste, Giorgio Chinaglia. Fu una grande stagione, per la Lazio (scudetto) e per D'Amico, che mise in fila 27 presenze e due reti. Il brutto infortunio era solo un ricordo. Gli anni successivi non si confermò agli stessi livelli. Dopo aver aiutato la Lazio a salvarsi, nel 1979-80, fu ceduto al Torino. Campionato di luci e ombre, poi il ritorno alla Lazio, finita nel frattempo in Serie B. Prima la grande fatica per salvarsi, in una stagione che vide segnare ben dieci gol, poi l'anno successivo la grande cavalcata e la conquista della Serie A. Chuse la carriera nella Ternana, in C2, dove giocò con la fascia di capitano per due stagioni.

Vincenzo D'Amico

Quel calcio di Chinaglia per rimproverarlo

17 marzo 1974, a San Siro si gioca Inter-Lazio. Supersfida tra due bomber, Giorgio Chinaglia e Roberto Boninsegna. Non apprezzando il suo atteggiamento in campo a un certo punto il bomber della Lazio rifilò un calcio nel sedere a D’Amico. Più tardi D'Amico smentì, in parte: "Fu solo un incitamento".

Il ricordo commosso di Lotito

Il presidente Claudio Lotito e tutta la S.S. Lazio "apprendono con estremo dolore e profonda commozione la notizia della scomparsa di Vincenzo D’ Amico, protagonista indiscusso dello Scudetto 1973/74. Leggenda biancoceleste - sottolinea il club in una nota - e coraggioso capitano nei momenti difficili della Società, Vincenzino, come tanti lo hanno sempre continuato a chiamare, ha fatto innamorare i tifosi di diverse generazioni con le sue magie in campo e il suo infinito attaccamento alla maglia. D’ Amico ha giocato nella Lazio dal 1971 al 1980 e, dopo un anno al Torino, dal 1981 al 1986: mai ha fatto mancare passione, impegno e dedizione ai colori biancocelesti. Il presidente Lotito, a nome di tutto il Club, rivolge alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze.

Non ti dimenticheremo mai, Vincenzo!".

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