
Un messaggio nella notte, dopo la prova estremamente deludente della Nazionale contro i volonterosi carneadi della Moldova, ha gettato il mondo del calcio nel caos più totale. La notizia si è fatta largo tra social e stampa nella mattina, lasciando molti di stucco: Sor Claudio ha detto no. Il decano degli allenatori italiani, reduce dal miracolo sfiorato con la sua Roma, ha rimandato al mittente la proposta della Figc di affidargli la panchina dell’Italia in maniera cortese ma netta. Il sistema calcio italiano, incoraggiato dall’entusiasmo per la nuova sfida dimostrato dal tecnico romano alla vigilia della partita con la Moldova, è rimasto di stucco, aprendo il fianco alla inevitabile ridda di ipotesi sulle ragioni dietro al “gran rifiuto”. Cerchiamo di capire cosa possa aver convinto Ranieri a mollare il colpo e chi potrebbe essere disposto a prendere il timone di una nazionale apparsa in pieno stato confusionale.
L’ombra dei Friedkin dietro il no
Il messaggio Whatsapp inviato al presidente della Figc Gabriele Gravina non è stato reso pubblico ma, a quanto pare, sarebbe stato cortese ma sulla falsariga di un comprensibile “non me la sento”. Considerato che il tecnico romano sta cercando di andare in pensione da diversi anni prima di rispondere al cuore per salvare prima il Cagliari e poi la sua Roma da una stagione disastrosa, difficile dargli torto. In mattinata è arrivato il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni a fornire un’altra tessera al puzzle, pubblicando sul suo profilo Instagram un altro messaggio di Ranieri che fornisce indizi importanti sulle ragioni dietro al suo rifiuto. “Buongiorno fratello, ho deciso di rinunciare. I Friedkin mi avevano lasciato libero di scegliere, ma io ho promesso di smettere. Se avessi continuato, non avremmo preso Gasperini. Voglio solo pensare alla Roma”.
Il tono familiare del messaggio diretto tradisce il rapporto di lunga data tra il tecnico ed il giornalista ma conferma quello che a Roma si sussurrava da un paio di giorni: Ranieri ha chiuso con la panchina ed intende mantenere la promessa fatta ai Friedkin e al popolo giallorosso di dedicarsi completamente alla Roma. Nel suo messaggio alla Figc, Ranieri aveva ribadito la sua decisione di “restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale” ma, a quanto pare, la scelta è stata agevolata dal risultato della discussione di lunedì pomeriggio con la proprietà della Roma. La reazione di Dan e Ryan Friedkin sarebbe stata molto positiva, tanto da far pensare a qualcuno che conosce le dinamiche di Trigoria che Ranieri potrebbe addirittura ricoprire un ruolo più operativo all’interno della società capitolina. Altrettanto contento, ovviamente, Gian Piero Gasperini, che aveva storto la bocca all’idea del doppio incarico, unico modo per consentire a Ranieri di guidare la Nazionale e rimanere all’interno della Roma.
Abodi comprende, torna in corsa Pioli
La reazione del sistema calcio è stata di tutt’altro tenore, con la Figc costretta a riaprire un dossier che sembrava ormai chiuso. La trattativa-lampo, accelerata dall’annuncio a sorpresa in conferenza stampa da parte di Spalletti, non aveva incontrato ostacoli insormontabili. L’offerta del doppio incarico, agevolata dal fatto che Ranieri non è un dipendente della Roma ma un consulente senior del presidente Friedkin, sarebbe stata possibile dal primo luglio. Le conversazioni con Ranieri, autorizzate dalla proprietà, sembravano all’insegna dell’ottimismo: non solo sarebbe arrivato l’ok ma si sarebbe anche iniziato a definire lo staff che l’avrebbe seguito alla Nazionale. La situazione si è complicata di colpo nella notte, probabilmente quando si è iniziato ad affrontare alcuni nodi spinosi, come la separazione tra l’incarico federale e la consulenza alla Roma. Per evitare favoritismi nei confronti dei giallorossi, quando impegnato con l’Italia, Ranieri non avrebbe potuto non solo seguire le faccende legate alla Roma ma anche parlare di argomenti ad essa legati. Una camicia di forza legale che lo avrebbe reso molto meno utile alla causa giallorossa di quanto si aspettano i Friedkin e la tifoseria della Magica. Compreso che si sarebbe infilato in un ginepraio difficile da navigare, Ranieri ha preferito dedicarsi anima e corpo alla sua Roma.

La prima reazione ufficiale è arrivata dal ministro per lo sport Andrea Abodi in mattinata: intervistato a margine di un convegno a Roma, il ministro ha detto di comprendere la scelta del tecnico romano. “Il no di Ranieri all'Italia non penso sia stato a cuor leggero, è il frutto di una valutazione di una persona retta che ha dei principi morali forti e un amore nei confronti del calcio sano. In parte ritengo sia il no a condizioni con le quali Ranieri non sa lavorare”. Di tutt’altro tono le parole riservate alla prova inqualificabile dell’Italia: “A volte si perde anche quando si vince e questo associa la prestazione con la Norvegia e quella con la Moldavia. Abbiamo vinto ma abbiamo dato la sensazione di una maglia azzurra che non viene profondamente rispettata e questo la passione popolare percepisce”.
All’interno della Figc, invece, regna il caos e si starebbe cercando disperatamente di chiudere al più presto le trattative per il nuovo commissario tecnico, che ha bisogno di tempo per ricostruire da zero un ambiente scosso dalle ultime vicende. Ritorna quindi in auge il nome di Stefano Pioli, reduce dall’esperienza poco felice in Arabia Saudita con l’Al Nassr e che sarebbe più che disposto a negoziare un’uscita anticipata dal suo lucroso contratto. Il tecnico emiliano, però, sembrava pronto ad accettare l’offerta della Fiorentina e potrebbe ritenere la panchina dell’Italia troppo calda.
Molto meno probabile, al momento, il ritorno di Roberto Mancini o la scelta di una bandiera come Daniele de Rossi, Cannavaro o Gattuso. L’unica cosa che sembra trasparire è che le idee siano poche e pure piuttosto confuse: il futuro della Nazionale potrebbe presto diventare il nuovo tormentone estivo.