
Una notte piena di rivincite. Parigi brinda nella sua prima coppa mandando in paradiso tante facce che hanno inseguito questo trionfo forse più dei parigini stessi. Perché su tutti è la Champions di Luis Enrique, che se la riprende dopo dieci anni fatti di drammi e delusioni, perché è la Champions di Hakimi, che aveva lasciato l'Inter da campione d'Italia certo che le stelle di Parigi l'avrebbero portato alla consacrazione ma poi ha dovuto segnare lui il gol dell'ex per lasciare il PSG dove non era mai arrivato. Ma anche perché è la notte di Gigio Donnarumma che si è preso la rivincita dopo tutti gli insulti subiti a Milano, ma anche a Parigi dove ha fatto troppa fatica ad entrare nel cuore dei tifosi.
Notte piena di lacrime per Luis Enrique che ripensa a quella coppa vinta con le stelle del Barcellona ancora figlio del tiki taka di Guardiola e che invece a Monaco ha proposto una versione rinnovata di quel gioco affascinante
ma tante volte fin troppo avvolto su se stesso. La versione alla francese è invece un tiki taka champagne dove l'attacco gira come un frullatore e disorienta anche una difesa granitica come quella di Inzaghi, tanto che persino una colonna come Dimarco non ci capisce più niente e aiuta i francesi ad andare avanti. Ma le lacrime di Luis sono soprattutto per la figlia Xana sempre nel cuore da quando un male vigliacco gliela portò via quasi sei anni fa, costringendolo a lasciare il campo e la nazionale spagnola finché non ha saputo trovare la forza d'animo per tornare e soprattutto tornare vincente. È lui che Parigi porterà in trionfo, dopo averlo chiamato per buttare via l'album delle figurine miliardarie e ripartire con tanta gente più umile e plasmabile. A partire da Desiré Doué, un classe 2005 che Enrique ha preferito a un titolare come Barcola e che l'ha ripagato con una doppietta in finale di Champions come solo i grandi del calcio hanno saputo firmare.
È rivincita con pudore di Ashraf Hakimi, che sblocca subito la partita, tutto solo davanti a Sommer e trattiene l'esultanza
quasi scusandosi con la gente nerazzurra, che pure ha saputo dimenticarlo abbondantemente con Dumfries.
Ma è alla fine anche la rivincita di Gigione Donnarumma, insultato e sbeffeggiato dall'altra Milano per essere andato a Parigi a non vincere nulla di straordinario fino a ieri sera, ma anche criticato sotto la torre Eiffel per tante partite storte e tanti svarioni prima di diventare protagonista proprio della cavalcata Champions con i miracoli contro Liverpool, Aston Villa e Arsenal, coronati da questa finale in cui ha fatto da spettatore per un tempo e ben poco ha aggiunto nella ripresa, aiutato dalle incredibili difficoltà nerazzurre. E per lui la Champions è persino, in fondo in fondo, la rivincita di qualche derby di troppo perso ai tempi del Milan.