Calcio

Le pagelle della finale di Europa League tra Roma e Siviglia

Il Siviglia vince ai rigori dopo una partita infinita. Per la Roma resta l'amarezza di aver assaporato la vittoria dopo essere passata in vantaggio. Le pagelle della finale di Europa League

La Roma perde ai rigori contro il Siviglia: le pagelle della finale di Europa League
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La Roma soccombe ai calci di rigore dopo gli errori dal dischetto di Mancini e Ibanez. Il Siviglia alza la sua settima Europa League/Coppa Uefa, per Mourinho arriva la prima sconfitta in carriera in una finale europea. Notte amara per i giallorossi, che si fermano a un soffio dal trionfo.

Pagelle Siviglia

Bono 6: una serata quasi da spettatore, anche quando Dybala lo trafigge con un diagonale su cui non può far molto.

Jesus Navas 6: il nuovo ruolo di terzino che si è costruito in questa seconda fase di carriera gli si addice, perché è tanto abile davanti, fraseggiando ottimamente con Ocampos, quanto in copertura. (93' Montiel SV).

Badé 5: è la falla nella muraglia spagnola, il difensore perde il duello con Dybala che lo fredda sia in rapidità che nel corpo a corpo. Un errore che costa un gol pesante alla sua squadra.

Gudelj 5,5: non sempre preciso, anzi, spesso concede qualcosa di troppo. Non è il suo ruolo storico e si nota perché gli mancano degli automatismi essenziali. (120' Marcao SV).

Telles 5,5: l'ex Inter resta imbrigliato in compiti di copertura che lo costringono a sacrificare ciò che gli riesce meglio: le sgroppate con cross finale. Il suo repertorio resta in soffitta. (93' Rekik SV).

Rakitić 6: non è più giovanissimo ma mostra ancora dei lampi di pura classe. Fa tremare la curva della Roma con un tracciante che fa vibrare il palo di Rui Patricio.

Fernando 6: gara onesta del centrocampista della formazione iberica, che prova a pungere anche in avanti sfruttando la sua fisicità. Si ferma prima dei rigori per crampi. (120' Jordan SV).

Ocampos 7: lotta, gioca sporco e punge. L'ex Genoa è uno dei più vivaci del Siviglia, costante spina nel fianco sulla fascia destra. Con la sua presenza in area causa l'autogol di Mancini che vale il temporaneo pari.

Oliver Torres 5: l'esterno spagnolo ondeggia sulla fascia di competenza, ma si assenta troppo spesso dal fulcro del gioco. Nel primo tempo il gioco del Siviglia non incide, e anche Torres ha le sue responsabilità. Non si ripresenta nella ripresa. (46' Suso 6: entra bene in campo e si rende spesso pericoloso).

Gil 5: Latita per - quasi - una frazione di gara intera. Si accende a sprazzi, ma la sua luce è flebile e troppo poco intensa per una serata così importante. Esce all'inizio del secondo tempo senza troppo rimpianti. (46' Lamela 5,5: l'ex di turno non trova il bandolo della matassa).

En-Nesyri 5: Non si vede quasi mai e quando viene ingaggiato sembra essere in una serata storta. Una prova insufficiente.

Allenatore Mendilibar 6: manovra avvolgente, fraseggio costante e pericolo sulle fasce. Questo è il leitmotiv del Siviglia, squadra che ha la forza di recuperare uno svantaggio pesante e di forzare il muro eretto dagli uomini di Mourinho. Indovina i cambi.

Pagelle Roma

Rui Patricio 6: il portiere portoghese è praticamente inoperoso, ma sul finale fa vivere un brivido ai sulla respinta imprecisa su staffilata di Suso. Incolpevole sul gol.

Mancini 5: l'autogol è un macigno sulle spalle dell'italiano che cancella l'assist delizioso a Dybala per il gol del vantaggio. Peccato per la sua amnesia, alla quale va sommata la solita veemenza che gli costa l'ennesimo giallo della carriera.

Smalling 6,5: l'inglese è una muraglia e una contraerea, tutte le palle sporche e quelle volanti sono di sua competenza. Un pezzo da novanta della difesa giallorossa, un totem a cui aggrapparsi anche nelle fasi più difficili. Colpisce la traversa all'ultimo tuffo.

Ibañez 6: qualcuno alla vigilia avrebbe puntato su di lui per indicare l'anello debole dei giallorossi, ma il difensore argentino sfodera una prestazione concentrata e attenta, con alcune chiusure tempestive e pregevoli. Pesa sul suo conto la clamorosa occasione mancata in area avversaria, con una svirgolata da pochi metri.

Celik 6: bravo e pulito in entrambe le fasi, sia quando si deve sganciare per sprintare sulla fascia, sia quando deve ripiegare per chiudere le sortite avversarie. (90' Zalewski 6: il giovane esterno entra bene in campo).

Cristante 6: partita di lotta purissima, ma l'ex Atalanta non si rifiuta di sporcarsi le mani nella contesa e spesso vince i duelli. Pedina fondamentale per Mourinho anche in questa finale.

Matić 7: giocatore dominante e di un'altra categoria nonostante la carta d'identità ingiallita. Il serbo occupa gli spazi come una diga e lo puoi trovare dovunque, alternando colpi di classe a manovre utili per far respirare la squadra. Esce stremanto. Fondamentale. (120' Bove SV).

Spinazzola 5,5: sui suoi piedi capita l'occasione che potrebbe sbloccare la partita, ma l'esterno azzurro manca l'appuntamento con il gol dopo la ciliegina di Dybala. Spinge poco e si dedica più a ruoli di copertura, ma un giocatore come lui ci ha abituato a ben altre performance. (105' Llorente SV).

Pellegrini 6: un po' avulso alla manovra e troppo nervoso, il capitano della Roma non brilla nella notte di Budapest, ma ci mette l'anima. Manca una buona opportunità nel primo tempo su assistenza di Dybala, mentre è bello l'assist per Belotti. (105' El Shaarawy SV)

Dybala 7,5: nel primo tempo indossa la maschera del campione assoluto e regala delle magie da stropicciarsi gli occhi. Assist, serpentine e gol pesantissimo. Nella ripresa, l'uomo più atteso, si defila e cala inevitabilmente ma la sua prestazione resta eccellente. (67' Wijnaldum 5,5: ingresso negativo).

Abraham 5: Si muove tanto ma non la vede mai. Negli ultimi sedici metri non conclude e non incide. È un attaccante generoso, che si sbatte per gli altri, anche se servirebbe una dose in più di killer instinct. (75' Belotti 6: Pellegrini lo pesca bene in area, ma la sua conclusione si spegne a lato).

Allenatore Mourinho 6: il tecnico portoghese costruisce la gara che vuole lui, con sorpresa di Dybala dal primo minuto che mette in crisi gli avversari. La Roma si chiude e colpisce con le ripartenze, senza fronzoli e troppi pensieri. Giocatori motivati e presenti in campo.

Fa quello che può con le risorse di cui dispone in panchina.

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