Calcio

Ronaldo l'ingrato, perché non festeggia con Ramos e i compagni

Serata no per Cristiano Ronaldo: 74 minuti in panchina, non fa gol mentre il suo sostituto, Ramos, segna una tripletta: ecco i perché dei mancati festeggiamenti e la fuga negli spogliatoi

Ronaldo l'ingrato, perché non festeggia con Ramos e i compagni

Smorfie di stizza tutto il tempo, un volto teso che neanche fosse lui l'incaricato di tirare l'ultimo calcio di rigore della finale dei Mondiali: è apparso così Cristiano Ronaldo alle telecamere di tutto il mondo mentre siedeva in panchina, durante il riscaldamento a bordo campo e nelle fasi della sostituzione al minuto 74 quando ha preso il posto del vero protagonista della serata, Goncalo Ramos, autore di una splendida tripletta al suo debutto da titolare.

Ronaldo scappa negli spogliatoi

Anche in questo caso, alle telecamere non è passato inosservato l'ego smisurato di CR7: se già durante la gara non aveva esultato agli splendidi gol del nuovo gioiellino che avanza, il 21enne attaccante del Benfica (ma lo aveva fatto per il gol dell'amico Pepe), ancor più triste la scena a fine partita. Come mostra un video che è ormai diventato virale su Twitter e gli altri social, mentre tutti i suoi compagni di squadra andavano a ringraziare il pubblico dopo gli applausi e gli incitamenti presi per la scorpacciata di gol, triste e solitario Ronaldo si avvia molto velocemente verso la doccia. "Cristiano Ronaldo se ne va subito mentre i suoi compagni di squadra festeggiano con i tifosi", twitta Adriano del Monte, presentatore tv italo-australiano.

Perché CR7 passa per ingrato

La tensione tra l'asso portoghese e l'allenatore era già palpabile: come abbiamo visto sul Giornale.it, Cristiano ha iniziato la gara dalla panchina per alcuni screzi con mister Fernando Santos che è stato ripagato con gli interessi da una tripletta da urlo dalla nuova punta di diamante della sua squadra. La sua faccia, quindi, ha origini ben precise: se a questo aggiungiamo il fatto che si è trattata della prima panchina dal 2008 tra Mondiali e Europei (anche in quel caso c'era la Svizzera) mettendo fine a una serie di 31 partite consecutive da titolare, il gioco è fatto.

Ecco l'ingratitudine di un giocatore fortissimo, tra i più decisivi di sempre che, però, ha fatto il suo tempo: a farlo sorridere non sono bastati nemmeno i fotografi, tutti per lui durante gli inni nazionali e neanche i tifosi che, dall'inizio del secondo tempo, hanno iniziato a intonare "Ronaldo, Ronaldo" sperando che il mister lo facesse scendere in campo. Invece di essere contento del 6-1, dei quarti di finale e di congratularsi con Ramos, ha mantenuto un atteggiamento da primadonna preoccupandosi di segnare un gol per aumentare i suoi score personali e raggiungere nuovi record: il calcio, insegnano sin da piccoli, è soprattutto collettivo.

Forse, Ronaldo si è sentito Nadal o Federer ma quello è un altro sport.

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