San Siro, il Tar respinge la richiesta di sospensiva sulla vendita dello stadio: cosa accade ora

La corsa contro il tempo di Sala, ma le questioni aperte circa il nuovo stadio restano ancora tante

San Siro, il Tar respinge la richiesta di sospensiva sulla vendita dello stadio: cosa accade ora
00:00 00:00

I giudici del Tar di Milano hanno deciso di respingere la richiesta di sospensiva relativa alla vendita dello stadio di San Siro, nonché delle aree urbane incluse nell'accordo, da parte del Comune a Milan e Inter che era stata presentata dal Comitato Sì Meazza.

"Non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso", si legge nella sentenza, "ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi". A questo punto il Comune di Milano può continuare a procedere con l'iter di vendita alle due società calcistiche, tanto dell'impianto quanto delle aree limitrofe.

Il ricorso presentato dal comitato Sì Meazza, in causa col Comune di Milano, il ministero della Cultura e il ministero delle Infrastrutture, era finalizzato all'annullamento di alcuni atti pubblici, in primis le delibere sul bando pubblico di acquisto dello stadio, con un prezzo fissato dall'Agenzia delle entrate a 197 milioni di euro, e il parere della Soprintendenza circa il vincolo architettonico relativo al secondo anello del Meazza. Da un lato il Comune, secondo cui il vincolo dei 70 anni sarebbe da far scattare il 10 novembre 1955, dall'altra il Comitato, per il quale il conto dovrebbe partire dal gennaio del 1955.

Per i giudici del Tar "le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza in ordine al requisito della vetustà, 70 anni dall'esecuzione, del secondo anello non appaiono implausibili laddove individuano nel Verbale di constatazione di compimento dei lavori il collaudo provvisorio, datato 10 novembre 1955, che è il primo atto che attesta l'ultimazione delle opere previste dal contratto principale e la data di riferimento per la verifica del decorso dei settanta anni dalla esecuzione dei lavori stessi".

Oltre ciò, secondo il giudizio del Tar di Milano "non appare sussistente neppure il prescritto 'periculum in mora', dedotto in modo generico e per lo più facendo leva sulla imminente stipulazione del contratto di vendita dello Stadio Meazza che, di per sé, non sembra evidenziare un danno irreparabile in ordine alla circostanza che la demolizione dello Stadio Meazza non potrà avvenire prima del 2030".

Almeno per ora, quindi, resta all'orizzonte la deadline del 10 novembre 2025, ma i problemi per la giunta Sala, che può nuovamente concentrarsi sulle procedure di vendita di San Siro a Milan e Inter, non sono finiti. Il sindaco preme con forza per concludere tutto entro il 31 luglio, e vorrebbe portare la delibera in giunta già lunedì 21.

Tuttavia non è solo l'opposizione in Consiglio comunale a promettere battaglia, dal momento che i Verdi confermano ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, la loro contrarietà al progetto fortemente voluto dal sindaco:"In aula la nostra posizione resterà quella che è sempre stata, cioè che questo percorso non è la scelta giusta per la città", ha dichiarato infatti il capogruppo Tommaso Gorini.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica