
Da un allenatore di calcio ti aspetteresti che, per la foto del suo profilo WhatsApp, scelga un soggetto “sportivo” o, come fa la maggioranza, lo scatto che immortala un proprio caro (gettonatissimi i figli piccoli, i nipotini, la fidanzata e, più raramente, la moglie, spesso preferita anche al cane o al gatto di famiglia). Ma Claudio Ranieri fa eccezione anche a questo scontato cliché iconografico. Il mancato Ct preferisce invece l’immagine affettiva di un dipinto; ma non un quadro (tipo la Gioconda, I girasoli, Guernica, ecc.) banalmente conosciuto da chi si illude di conoscere la pittura, bensì una tela di Rene Magritte: “L’empire des lumieres” (L’impero della luce). Cosa ci svela questa opzione artistica di sir Claudio? Forse nulla, forse qualcosa, forse tanto.
Magari perfino il “no” alla panchina azzurra. Certo è che la suggestione surrealista è affascinante anche perché il messaggio di quella tela del 1952 appare la metafora perfetta della situazione conflittuale dell’attuale nazionale che, tra luci (poche) e ombre (tante), Ranieri avrebbe dovuto far uscire dalla notte confidando in una nuova alba, che è proprio la filosofia celata nella dicotomia silenziosa de “L’empire des lumieres”. Un capolavoro dominato nello sfondo da un cielo terso e nuvole bianche che si stagliano alle spalle di alberi altissimi, mentre in primo piano campeggia una strada e l’ingresso di una casa immersa nel buio. Un’opera cupa ma di palingenesi dell’anima che Magritte, influenzato dalle teorie freudiane, ha realizzato in tre versioni (le prime due custodite nei musei e l’ultima venduta all’asta nel 2002 da Christie’s per 12.659.500 milioni di dollari) e che il maestro belga (1898-1967) spiega con queste la sua opera: “Ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia”.
Intanto la speranza che con Ranieri l’azzurro si tingesse un po’ di “poesia” e’ andata delusa. E il suo “no” alla panchina dell’Italia ha fatto tornare il nero tenebra. Proprio mentre tutti si erano già preparati a salire sul carro del, presunto, vincitore del concorso “Chi dopo Spalletti?”. E invece la moglie di Claudio ha imposto il niet al marito 73enne (portati alla grande). Così la riffa continua. Sperando in consorti in po’ meno intransigenti. E nell’ispirazione di un altro quadro dall’autore ancora misterioso.
Intanto la nazionale che fu di Spalletti, e che non si sa ancora di chi sarà, attende di mettersi nuovamente in mostra; sperando almeno la prossima volta, in un vernissage di successo. Situazione surreale. Alla Magritte. E alla Ranieri.