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L'ultimo saluto a Vialli: a Londra i funerali con gli amici di sempre

Presenti il c.t. Mancini, Ciro Ferrara, Massimo Mauro e il presidente della Figc Gabriele Gravina

L'ultimo saluto a Vialli: a Londra i funerali con gli amici di sempre

Una sera fredda si srotola sopra Londra, coprendo con il suo manto anche il grande cimitero posizionato nella periferia sud ovest della città. Cathryn, la moglie di Gianluca, è la prima ad uscire dalla sua casa di Chelsea per portarsi in un posto in cui non avrebbe mai voluto essere. Dietro di lei, la testa reclinata verso il basso, le figlie Sophia e Olivia. Entrano tutte in un van grigio e procedono verso la cappella di mattoni rossi per salutare un'ultima volta il marito e il padre.

I funerali di Gianluca Vialli, come desiderato, accolgono un numero ristretto di amici. C’è il ct della nazionale Roberto Mancini, che con lui alla Samp ha saputo formare una coppia complementare e formidabile. L’intesa sul campo si era poi spostata nella vita, con risultati ancora più solidi. Ci sono anche gli ex compagni Ciro Ferrara e Massimo Mauro, da sempre intimi. Seduto accanto a loro, è presente anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

Tutto avviene nel più stretto riserbo. Intorno al feretro di Gianluca si stringono al massimo trenta persone. La sua famiglia lo protegge anche adesso, nel momento più triste, formando un piccolo cerchio che mantiene una distanza di sicurezza dai riflettori spesso puntati sul campione. Lui, del resto, pur dichiarando che stava conducendo una terribile battaglia, ha sempre cercato di costruirsi intorno una cortina spessa, per dedicare il tempo che gli rimaneva agli affetti più sinceri. Quando ha lasciato la Nazionale in molti hanno scosso la testa. La preoccupazione si è impennata. Nessuno però, eccetto chi gli stava davvero accanto, poteva immaginare un epilogo così rapido.

Sulle sponde del Tamigi un vento gelido si lavora corpi e pensieri. Il freddo vero però è quello che monta da dentro, misto ad una frustrazione insormontabile: troppo speciale, Gianluca. Troppo presto, per digli addio. Il sacerdote accoglie i partecipanti e officia una funzione di mezz’ora circa. Poi la bara, ricoperta di fiori, viene presa in spalla da sei persone, tra cui Mancini. Terminate le esequie, l’intero gruppo si sposta nella dimora londinese di Vialli, rispettando la tradizione che, in Inghilterra, prevede di omaggiarlo dove ha vissuto.

C’è tempo, ancora, per qualche ricordo che strappa un sorriso tra le lacrime. “Oggi so che non morirò di vecchiaia e che devo dare un esempio”, diceva Gianluca qualche tempo fa, in un’intervista. Aveva ragione: munito di questa consapevolezza ha affrontato l’ultima partita con la risolutezza tipica del campione.

Forse non è servito per sconfiggere il suo infido avversario, ma il risultato finale pende comunque a suo favore. Perché solo l’amore copre il dolore: quel freddo che ieri non lasciava tregua, molto presto, verrà sconfitto dal calore del ricordo.

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