Vincolo definitivo su San Siro: che ne sarà della Scala del calcio?

Dopo attese, ipotesi e polemiche, è arrivato il giudizio definitivo della Soprintendenza: lo stadio Giuseppe Meazza di Milano non potrà essere abbattuto. Una bella grana per il sindaco Sala

Vincolo definitivo su San Siro: che ne sarà della Scala del calcio?
00:00 00:00

Adesso non ci sono più dubbi: San Siro non si tocca e non sarà abbattuto. Il progetto di Inter e Milan di demolire lo stadio Giuseppe Meazza e costruire a poche decine di metri un nuovo impianto è definitivamente naufragato di fronte al vincolo posto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano sul secondo anello e confermato dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia.

Un epilogo che di certo non sorprende i due club, già da tempo impegnati a cercare aree alternative dove costruire i rispettivi impianti. Ma se prima la possibilità del nuovo San Siro, pur come ipotesi residuale, restava praticabile. Ora non lo è più.

Cosa prevede il vincolo

Il giudizio definitivo della Soprintendenza sul vincolo storico relazionale ha confermato le impressioni iniziali: lo stadio non potrà essere demolito. Si parte dalla "soluzione strutturale costituita da 132 portali" che costituisce"l’ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio", ma è soprattutto sul secondo anello che si è incentrato il nodo cruciale per il vincolo. Con la"costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l’immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini" si legge nel documento. E sono proprio queste le motivazioni per cui, secondo la Soprintendenza, sussistono "requisiti di interesse culturale", che arriverebbero però nel 2025, esattamente a settant'anni dalla sua costruzione.

stadio meazza

Un verdetto che potrebbe creare un’impasse dalle conseguenze piuttosto gravi sotto il piano finanziario per il Comune di Milano. Non a caso con questo punto definitivo sulla questione si materializzano quindi i timori che l'amministrazione Sala aveva già reso noti nelle scorse settimane. "Se confermata, la decisione della Soprintendenza avrebbe conseguenze gravi non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto" aveva fatto sapere Palazzo Marino in una nota diramata alla stampa.

Cosa succede ora

Le società di Inter e Milan chiaramente adesso avranno un ulteriore incentivo a trasferire la propria sede di gioco al di fuori del comune di Milano e quindi continuare nelle loro intenzioni di avviare dei nuovi progetti di costruzioni rispettivamente a Rozzano per i nerazzurri e a San Donato per i rossoneri, lasciando la città di Milano priva di uno stadio che ospiti le partite nazionali e internazionali delle due squadre cittadine. Per ora convivranno a San Siro, ma il futuro dei due club ha imboccato due strade diverse.

stadio meazza

Il Comune di Milano, che è proprietario del Meazza e sta riscuotendo ogni anno un canone della due società, dovrà gestirlo in prima persona, con tanto di spese per i lavori di manutenzione e ammodernamento.

Il teoria il Meazza potrebbe essere ristrutturato e ammodernato, come hanno fatto con i loro impianti altri club (in Italia per esempio l'Atalanta o all'estero Real Madrid e Barcellona), ma Inter e Milan hanno comunicato che"non è possibile l'adeguamento dell'impianto esistente alle esigenze normative attuali". Insomma per il sindaco Beppe Sala la partita sembra in ogni caso persa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica