Volgare schiamazzo

Sporcati i ricordi del Grande Torino e del fisioterapista leccese

Volgare schiamazzo
00:00 00:00

Nemmeno il giorno del cordoglio. Nemmeno il giorno della memoria. Niente, il popolo del calcio sfoga la sua ignoranza durante il minuto di silenzio per Graziano Fiorita, il fisioterapista salentino improvvisamente scomparso, vergogne allo stadio di Lecce, bombe carta, fumogeni tossici e cori contro la Lega di serie A per il rifiuto a spostare la data della partita di Bergamo contro l'Atalanta, sessanta secondi violati da strepiti indegni per quel momento. Ieri, nelle strade del centro di Torino, i tifosi granata si sono radunati per commemorare il 4 maggio del '49, la tragedia degli Invincibili, l'aereo contro la basilica di Superga. Bandiere e canti ma anche striscioni e cartelli con insulti ripetuti a Urbano Cairo, l'invito a vendere il club e l'urlo «vattene, vattene!» come una liberazione da chi ha salvato la società ma sarebbe colpevole di non averla resa di nuovo Grande come il Torino degli anni Quaranta.

Giovanni Arpino, a quella tragedia, aveva dedicato una struggente poesia che, tradotta dal dialetto piemontese, così si chiudeva: «Filadelfia! Ma chi sarà il villano a chiamarla un campo? Era una culla di speranze, di vita, di rinascita, era sognare, gridare, era la luna, era la strada della nostra crescita. Hai vinto il Mondo, a vent'anni sei morto. Mio Torino grande, Mio Torino forte». Tutto il resto è volgare schiamazzo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica