Calciopoli, Palazzi: "Illeciti anche dall'Inter" A rischio lo scudetto 2006. La rabbia di Moratti

Dura la relazione del procuratore della Federcalcio sui fatti di Calciopoli. Riconosciuta anche ai nerazzurri la "violazione dell'articolo 1 del regolamento". Il consiglio federale potrebbe revocare il titolo. Moratti: "Attacco inaccettabile". Moggi: "Altro che scudetto degli onesti...". L'ombra dei sospetti su 5 anni di successi / Franco Ordine

Calciopoli, Palazzi: "Illeciti anche dall'Inter" 
A rischio lo scudetto 2006. La rabbia di Moratti

Roma - Durissima la relazione del procuratore della Federcalcio sui fatti di Calciopoli. Riconosciuta anche ai nerazzurri la "violazione dell'articolo 1 del regolamento". Il 18 luglio il consiglio federale potrebbe revocare lo scudetto assegnato in seguito alla retrocessione della Juventus, anche se sui fatti è intervenuta la prescrizione per la giustizia sportiva. Nel mirino le intercettazioni prodotte dalla difesa di Luciano Moggi nel processo di Napoli che vedevano coinvolto l'ex presidente nerazzurro Giacinto Facchetti.

La rinuncia alla prescrizione "I fatti sono prescritti, ma alla prescrizione si può rinunciare" ribadisce il procuratore federale che poi passa la palla alla Figc non senza però avere ammesso che nel procedimento successivo a Calciopoli nel 2006 le sue richieste di "punizione ex articolo 6" furono derubricate dai giudici in "violazioni dell’articolo 1, quello sull’obbligo di lealtà".

L'Inter come Moggi Una "frequenza e assiduità di contatti" tra presidenti e dirigenti arbitrali che rendono Calciopoli 2 del tutto analoga allo scandalo del 2006. È questa la conclusione a cui giunge nelle motivazioni del suo provvedimento il procuratore. Il quadro probatorio che emerge dalle nuove intercettazioni su Calciopoli è "consistente" e delinea - sostiene Palazzi nelle motivazioni - "una serie di condotte che sia pur con rilevanti diversità e variazioni di sfumatura, gradazione, intensità e connotazione, e in definitiva di gravità, appare omogenea a quelle già evidenziate dai precedenti procedimenti sportivi celebrati nell’ambito della cosiddetta Calciopoli".

La requisitoria Le motivazioni del procuratore sono contenute in 72 pagine. "L’Inter ha violato l’articolo dell’illecito sportivo (art. 1 e art. 6 del vecchio Codice di giustizia sportiva)" si legge nelle pagine redatte per illustrare le motivazioni della decisione sull’esposto presentato dalla Juventus per lo scudetto 2005-'06. La procura federale ritiene che le condotte messe in atto dai vertici del club nerazzurro, come documentato dalle intercettazioni evidenziate durante il processo penale di Napoli, fossero "certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità e indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale".

Il ruolo di Facchetti Dai documenti "è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) e il presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti". Rapporti che avevano l'obiettivo di "condizionare il settore arbitrale". Secondo la relazione, "assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra" si legge ancora. "In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale e interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi". Il rapporto tra Facchetti e i designatori è "fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza che trovano la loro concretizzazione nella cena privata con Bergamo e nello scambio di numerosi favori e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Inter, di gadget e borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese) e non meglio precisati 'regalini'".

Moratti: un attacco inaccettabile "Un attacco grave e assolutamente inaccettabile": questo il commento del presidente dell’Inter Massimo Moratti sulla relazione di Palazzi ha rilevato elementi di illeciti sportivi attribuibili all’Inter nel dossier di Calciopoli. "Palazzi si sbaglia" ha aggiunto Moratti. "Non c’è nessun elemento nuovo: stanno giudicando quello che si era già visto e che qualcun altro aveva giudicato poco consistente e poco importante - ha sottolineato Moratti -. È un attacco pesante nei confronti della società, totalmente inaccettabile. Palazzi si sbaglia". Il presidente dell’Inter ha poi definito "di cattivissimo gusto il fatto che si coinvolga Facchetti: è una persona che non c’è più e che io ammiro e stimo per la sua onestà. Non stimo invece chi ha fatto queste cose".

Moggi: altro che scudetto degli onesti... "A noi vogliono radiarci per la violazione dell’articolo 1, l’Inter ha oltrepassati i limiti con l’articolo 6, che è anche più grave. Non credo proprio che la cosiddetta ’banda degli onestì, possa ancora chiamarsi così ": Luciano Moggi, l’ex direttore generale della Juventus imputato principale di Calciopoli, commenta così a Radio 24 la relazione di Palazzi. "Sulla vicenda dello scudetto non ho alcun parere - dichiara Moggi - dovrà deciderlo la Federazione, che certo dovrà riflettere su quello che ha fatto nel 2006. Non mi sembra che allora sia stato fatto un buon lavoro".

"L’illecito dell’Inter non mi sorprende, e sono contento che dal processo di Napoli sia almeno emersa qualche verità. Non ho alcuna sensazione di rivincita, ho solo la voglia e il desiderio di difendermi", conclude Moggi. 

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