Calcioscommesse

Mauro Bressan, dopo dieci giorni di arresti domiciliari nella casa di Cernobbio è tornato in libertà, ma è sempre uno dei 16 indagati come organizzatore del calcio scommesse.
Come si sente da uomo libero? E qual è la sua attuale posizione giudiziaria?
«La libertà, stare con mia moglie Simona e mio figlio Gabriel di 7 anni, sono doni impagabili. So di avere la coscienza pulita e mi sono stupito della misura cautelare nei miei confronti. Poi ho parlato col Gip Guido Salvini, ho risposto alle domande su Bellavista e Gegic, ho cercato di dimostrare di non aver alcun ruolo se non quello di semplice scommettitore e ora mi sento tranquillo. Certo le indagini vanno avanti, ci vorranno uno o due anni per chiuderle e poi la mia innocenza uscirà lampante».
Lei è uno scommettitore abituale? E perché le piace scommettere?
«Quando giocavo non ho mai scommesso, era proibito. Dopo, con gli amici, tra cui Bettarini, ci divertivamo a sfidarci su chi imbroccava i risultati. Ma non più di 200-300 euro a settimana, con Bellavista che il più delle volte ci tirava bufale mai viste, al punto che non so se ho più vinto o più perso. Ma era una goliardata, mai fatte girare cifre da capogiro. E soprattutto non ho mai puntato nemmeno un euro sui tanti siti internet che ci sono».
Ammette di aver scommesso con Bettarini, ma Doni e Signori non le hanno mai dato delle “dritte”?
«Mai avuto rapporti con Doni e Signori».
E con i vari Paoloni, Bellavista, Gervasoni, Gegic, Giannone ed Erodiani?
«Ci sono state 16 persone arrestate e io conosco solo Bellavista presentatomi a gennaio da comuni amici e Gegic col quale ho giocato a Chiasso».
Proprio Gegic, lo zingaro, clan del quale anche lei farebbe parte.
«Lui era chiamato lo zingaro e non c’è nessun clan, né organizzatori slavi e nemmeno io faccio parte di qualche loggia segreta delle scommesse. Sapevo che Gegic scommetteva, anche all’estero, cifre discrete, ma mai cosi elevate perché con quello che guadagnavamo giocando in Svizzera non c’era grande disponibilità finanziaria».
Lei comunque è inguaiato per due telefonate su Taranto-Benevento e Benevento-Pisa, con risultati concordati.
«Due grosse ingenuità da parte mia: ho chiamato Gegic per un appuntamento con lui richiesto da Bellavista, poi sfociato in una litigata tra loro due, mentre per Taranto-Benevento parlavo della possibilità di puntare sull’over, perché forse era una gara indirizzata, con Paoloni che giocava nel Benevento. E, guarda caso, io non ho scommesso perché non mi fidavo di Bellavista. In A e B non possono succedere certe cose, chi è dell’ambiente lo sa bene. Poi ci sono risultati che si verificano per esigenze di classifica, ma nessuno parla di Napoli-Inter o Udinese-Milan che dovevano finire così e così sono finite, al punto che tutti ci hanno scommesso sopra».


Visto che lei ha giocato in Cagliari, Bari, Fiorentina, Genoa e un suo gol con una rovesciata pazzesca a Firenze in Champions al Barcellona è diventato uno spot dell’Uefa, ai suoi tempi ha mai venduto partite o è stato avvicinato per concordare il risultato?
«(La reazione è durissima, ndr) Se fossi ancora un giocatore ora le darei una testata o una sberla a una simile assurda provocazione».

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