Roma - Ministro Roberto Calderoli, il governo vuole accelerare sul Ponte sullo Stretto. Ma cosa ne sarà della Tav Torino-Lione?
«Né il Ponte sullo Stretto né le altre infrastrutture partono e si realizzano dall’oggi al domani. Di queste grandi opere c’è bisogno sia al Nord sia al Sud. Non faremo certo una gara tra l’una e l’altra infrastruttura».
A proposito: si occuperà di semplificare anche il quadro normativo relativo alle infrastrutture?
«Certo serve la stessa determinazione avuta nei confronti di Napoli. I rifiuti per le strade non sono tollerabili così come non è possibile che l’Italia non realizzi le sue infrastrutture».
Il governo ha ripreso il suo lavoro con grande decisione. Da dove viene questa forza?
«Dall’assenza nel governo di partiti che un giorno giocano a stare nella maggioranza e un giorno fanno i sabotatori. Il Paese stava andando a fondo. Tutti stanno comprendendo che non decidere costa di più che fare una scelta sbagliata».
Di questa lezione ritiene abbia fatto tesoro anche l’opposizione?
«Un aspetto negativo del passato è stato l’indecisionismo. Ora lo spirito di questo governo è: decisione a mille. Dall’atteggiamento dell’opposizione mi sembra di capire che il percorso che si vuole seguire sia quello del buonsenso».
Come sono andati gli incontri con i rappresentanti del Pd?
«Ho incontrato il mio ministro ombra, c’è la reale volontà di collaborare. In passato tutti abbiamo sbagliato, la logica della politica a volte porta a fare scelte di campo non legate all’interesse del Paese. Oggi bisogna ragionare diversamente senza pensare a cancellare tutto ciò che è stato fatto dalla maggioranza precedente».
In verità la maggioranza che vi ha preceduto lo aveva fatto.
«Se tutti vanno avanti solo a cancellare, il Paese rimane fermo. Hanno cancellato la riforma della Costituzione, della giustizia, della scuola, hanno non cancellato ma annacquato la Bossi-Fini, che si è scolorita».
Adesso voi gli avete dato una bella mano di colore.
«Quando nacque la Bossi-Fini venne tacciata di essere razzista. Oggi a parte il reato di immigrazione clandestina ci hanno dato ragione a livello internazionale. Il pacchetto sicurezza segue l’onda dell’Europa».
Come commenta l’ammissione della Spagna: abbiamo paura che i vostri clandestini vengano da noi?
«A casa mia si dice il re è nudo».
Alla fine crede che Di Pietro voterà il reato d’immigrazione clandestina?
«Di Pietro ha la necessità di incarnare il diverso. Se la voterà lo farà per essere il bastian contrario rispetto a Veltroni».
Come valuta i complimenti alla Lega dalla sinistra?
«Hanno perso il contatto con il mondo del lavoro e vedere che una forza li ha sostituiti li ha disturbati tantissimo. La verità è che o si riavvicinano al popolo o non hanno più motivo di esistere».
Sente un’aria politica diversa oggi in Italia?
«È cambiato tutto. Ho fatto sei legislature, ne ho visti di discorsi programmatici. Un discorso di un premier che non viene interrotto da un borbottio non mi era mai capitato. C’è stata una maturazione obbligatoria delle forze politiche».
Anche Prodi è stato utile a questo?
«Prodi... capacità gliele riconoscono tutti ma Prodi è figlio del suo tempo, è stato l’ultima coda della prima Repubblica. È maturata anche la gente. Il salto di qualità si è avuto dopo le elezioni: leggo che un elettore su quattro della sinistra vede con soddisfazione questo governo. Significa che si sono tolti un po’ di filtri dagli occhi».
È finito l’antiberlusconismo?
«L’antiberlusconismo è stato controproducente. Essere contro non paga più».
Qual è il provvedimento che le è piaciuto di più di questi primi giorni?
«La semplificazione è già iniziata. Questo governo è la metà di quello precedente ed è meno costoso. Nel primo consiglio dei ministri c’è stato un decreto che abbiamo pubblicizzato poco e che ha falcidiato il numero dei dipendenti dei ministeri senza portafoglio. È stata un’azione pesante»
Quali leggi inizierà a tagliare?
«Io sto studiando, come studiavo tutto il regolamento quando ero vicepresidente del Senato. Faccio quello che ha detto Berlusconi, ossia non andare in tv ma lavorare, e quello che mi ha detto Bossi: le cose le dici quando le hai fatte.
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