A Calice l’alpaca vive come in cima alle Ande

Dalle Ande a Villagrossa di Calice al Cornoviglio. Sulle tracce di alpaca e lana pregiata. Rigorosamente made in Val di Vara. Scarpe in mano, giù al rifugio e ai recinti. Un bell'esemplare femmina di alpaca, incinta, agonizza in ipotermia sulla terra battuta. Colpa delle mele. Ne ha ingurgitate troppe Un piumino a tenerla calda. E due bicchieri di vino sciolti nel lievito di birra ad addolcirne le viscere. Giorgia Maghelli freme. È al telefono con l'esperto in Svizzera per consigli. Che in quest'avventura la donna si gioca il suo futuro da imprenditrice. Allevamento di alpaca e lama con produzione di lane pregiate nel microclima di Calice. Quota seicento metri. Realtà unica in Liguria.
Il padre Enzo fa strada. Dalle case in pietra scendi il sentiero. Che Giorgia risale da valle. Lei ha 43 anni. Lavorava in lavanderia alla Spezia. Ma in testa le frullava altro. Avviare qualcosa che non fosse già nella sua valle. Poi quel documentario sugli alpaca.
Il dito nella sabbia e le nozioni a prendere forma. I viaggi in Svizzera a testare un progetto in fieri. Migliaia di dati, corsi accelerati, il pieno d'informazione. Si può fare. Una filiera della lana. Cresci il gregge, ricavi il prezioso filato e lo fai lavorare alla gente del posto. Undici esemplari. Tu entri da un'apertura e loro escono dalla porta dimenticata aperta. Collo lungo, faccia da cuccioli, «non sputate» grida Giorgio Battini, l'addetto ai lama, due in tutto, risorsa economica di supporto al nobile parentado. Sinfonia di colori caldi, dal marrone, al nocciola chiaro, caffellatte fino ad un grigio rosa, ultimo fortuito incrocio. Cinque femmine, due maschi e quattro nuovi nati. Undici alpaca di prima scelta, originari del Perù, per un considerevole investimento finanziario. Guardi l'aspetto dell'animale e i micron della lana. «Per avere un gregge ci vogliono almeno quattro anni, giusto il tempo che ci serve per attrezzare la filiera. Che vuol dire costruire stalle adeguate e i locali per la lavorazione della lana. Ad oggi la filatura la puoi fare il Toscana. Io vorrei localizzare il tutto qui».
Giorgia parla e il progetto ti cresce davanti agli occhi. Una giovane donna che non ha problemi ad affondare i piedi nel fango per inseguire il nuovo. Lontano lunghezze. Ma è la determinazione che stupisce. La cura dei particolari aggiunti. Perché Giorgia dall'importatore svizzero ha acquistato anche i due lama. «Magari con la loro lana realizziamo coperte. Intanto li usiamo nel trekking». Ti fai spiegare, che le Ande sono un'altra cosa. «Vede lassù? Passa l'alta via dei monti liguri. Senza contare la rete di sentieri che rigano la valle. Roba da escursionisti. E noi gli forniamo i lama per caricarci sopra zaini e attrezzatura varia». Tirano su due soldini e traguardano altri progetti. Perché, spalle alla stalla, l'abitato da ristrutturare potrebbe diventare agriturismo o B&B.

Che se i turisti passano qui qualche giorno, dove li fai dormire? Perché regalarli alle Cinque Terre quando l'enclave di Calice ha i toni dolci della campagna ondulata, chiusa in quota dai suoi massicci. Proiezioni coraggiose. E risorse alternative dove la matrice resta la terra. Della Val di Vara da non mollare.

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