È «calma piatta» nel mercato della Roma

Emiliano Leonardi

Una clamorosa e, per certi versi, anche inattesa posizione di stallo nelle vicende di mercato. La Roma non si muove, anzi, a ben osservare sembra perfino più debole rispetto a quella che si presentò ai nastri di partenza della stagione 2005/2006, perché ha un Cesare Bovo (elemento affidabile) in meno e un Francesco Totti che dovrà ritrovare la condizione fisica migliore prima di indossare nuovamente i panni del trascinatore.
Confidenza per confidenza, il giocatore visto all’opera in Germania è - obiettivamente - lontano parente del capitano romanista e, inevitabilmente, gli servirà ancora del tempo prima di tornare in perfetta forma. Sì, è vero, sono sbarcati a Trigoria Max Tonetto e Marco Cassetti, ma non è che - con tutto il rispetto - si tratti di prime scelte: l’uno è stato preso a parametro zero, la metà dell’altro verrà pagata con parte dei 2milioni e 50mila euro entrati nelle casse del club per la cessione di Bovo. E Faty (anch’egli giunto a parametro zero) ci si augura che non faccia rimpiangere l’addio di Damiano Tommasi, che almeno era uno di quelli che si sacrificava fino all’inverosimile e che magari meritava un benservito più elegante.
Insomma: troppo poco per difendere i colori il prossimo anno in Champions League e sperare nel colpaccio in campionato viste e constatate le assenze di Juventus e Fiorentina e col Milan (a oggi) che partirà ad handicap. Sì, è vero, nelle ultime ore sono stati avvicinati a casa Sensi i nomi di Buffon e Trezeguet, ma a lume di naso appare molto difficile che il portiere (che tramite il suo procuratore, Silvano Martina, ha fatto sapere che vorrebbe restare a Torino) e l’attaccante possano rinforzare la formazione di Spalletti. Del resto di sirene, in giro, ce ne sono tante: i due bianconeri dalla Spagna vengono reclamati dal Real Madrid e dal Barcellona, il Lione in Francia è pronto a fare ponti d’oro al centravanti della nazionale transalpina e a uno come Roman Abramovich basterebbe poco per portare entrambi al Chelsea. Il popolo giallorosso si interroga sui mancati acquisti: e se neanche elementi di valore (economico) inferiore a quello degli juventini (vedi i cagliaritani Suazo ed Esposito, ad esempio) non sono stati acquistati, come è possibile ipotizzare che il portiere campione del mondo e uno dei più forti attaccanti del pianeta arrivino nella Capitale? Considerazione sbrigativa, ma pur sempre inerente ai problemi della As Roma, che magari domani sarà pronta a smentire tutti con l’acquisto più eclatante, ma che oggi vive un’inspiegabile situazione di calma neanche tanto apparente. E le radio romane analizzano una fotografia inquietante: Lazio e Fiorentina, punite severamente con la sentenza di primo grado (e per giunta consapevoli di andare incontro alla pena della Caf) hanno fatto mercato, la Roma no. Perché? La scusa dell’«aspettiamo che la buriana-calciopoli sia passata per regolarci meglio» non convince, anche perché il ritiro è cominciato da dodici giorni, e magari sarebbe stato meglio accasare un attaccante e un mediano (queste le richieste dell’allenatore toscano) prima di arrivare a dare risposte necessarie ai tifosi che, proprio in questi giorni, si stanno avvicinando al botteghino per rinnovare l’abbonamento.

Si vive di speranze: che Matteo Ferrari non sia il bluff di due stagioni fa, che Montella, accantonati li acciacchi fisici, torni l’aeroplanino, e che il Chievo si convinca a cedere Franco Semioli, elemento considerato indispensabile negli schemi di «Lucio da Certaldo». Non è molto, ma nel giorno del settantanovesimo genetliaco della Roma, almeno un sogno aiuta a festeggiare il compleanno giallorosso.

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